Roma, al Virgilio occupato chiesto lo sgombero: ma la polizia tratta con gli studenti

In via Giulia 38 nessuno vuole parlarne. Sicuramente non gli studenti, che vorrebbero occupare sine die. Ma neanche i docenti, alle prese con le velleità rivoluzionarie di...

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In via Giulia 38 nessuno vuole parlarne. Sicuramente non gli studenti, che vorrebbero occupare sine die. Ma neanche i docenti, alle prese con le velleità rivoluzionarie di un collettivo che, al terzo giorno di stop delle lezioni, è riuscito a convincere soltanto una esigua minoranza circa la validità delle ragioni di questa protesta. La parola sgombero è tabù, ma soltanto tra le mura del Virgilio. Perché secondo quanto risulta a Il Messaggero, contestualmente alla denuncia presentata alla polizia dalla preside della scuola, ci sarebbe stata anche una precisa richiesta di liberare l'istituto. «Che sarebbe superflua, visto che quando si denuncia un reato, le forze dell'ordine dovrebbero intervenire in ogni caso», fa notare uno che di occupazioni se ne intende da diversi anni: Mario Rusconi, presidente dell'Associazione dei presidi di Roma e del Lazio.


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E che, proprio ieri, ha preso parte all'assemblea dei presidi romani, al Newton, con circa 150 colleghi. Tutti convinti nel sostenere il comportamento del preside del liceo Caetani, in Prati, che, lunedì mattina, ha fatto sgomberare la scuola, occupata la notte precedente da una decina di giovanissimi. «Una decisione saggia, volta a ripristinare la legalità», hanno commentato i dirigenti scolastici. Ma allora perché il Caetani è stato sgomberato proprio nelle ore durante le quali gli studenti del Virgilio piantavano le tende nelle aule, trasformate in dormitori? La certezza, ad oggi, è che la dirigente del liceo di via Giulia, al suo primo anno in questo istituto, tra i più caldi sul fronte delle occupazioni, non ha esitato a rivolgersi alle forze dell'ordine. E questo anche come forma di auto-tutela: nel caso di incidenti tra le mura scolastiche, la responsabilità ricadrebbe necessariamente su chi deve vigilare sulla sicurezza dei ragazzi. Dalla Questura, interpellata, non si conferma né smentisce che ci sia stata una richiesta di sgombero, ma viene diplomaticamente spiegato che è in corso una trattativa con i ragazzi, volta a trovare delle soluzioni ai problemi che sono stati posti. La vicenda è seguita non solo dal commissariato di zona, ma anche della Digos: l'attenzione è massima, visto anche l'interesse del Ministero dell'Istruzione al caso. Del blitz si sono interessati tutti i genitori dei ragazzi che hanno occupato l'istituto, tra i quali anche un parlamentare, che sosterebbe le ragioni della protesta.



E ieri, nel terzo giorno di interruzione dei corsi regolari, i ragazzi hanno cavalcato uno dei pretesti usati per manifestare: l'area sovrastante il parking di via Giulia. «La nostra lotta non finisce qui, rivogliamo quello che dovrebbe essere nostro», hanno scritto sui social. «Le nostre palestre non sono né agibili né in grado di contenere la cospicua componente studentesca del nostro liceo», hanno detto a proposito dell'occupazione di quello spazio.

RICHIESTA IGNORATA

«Continuo a non capire perché se al Caetani la polizia è intervenuta poche ore dopo la denuncia presentata dal preside - sottolinea ancora Rusconi - al Virgilio i tempi si allunghino e intervengano non so quali altri fattori». Lo stesso Rusconi si dice dispiaciuto per una vicenda che vede protagonista una preside «che si è sempre prodigata per avere un rapporto diretto con i docenti e con gli studenti. Una persona che è stata apprezzata per la sua capacità di colloquiare con tutti. Per questo penso che una occupazione di questo tipo sia totalmente insensata». Secondo indiscrezioni da ambienti vicini al corpo docente, la trattativa tra studenti-genitori e forze dell'ordine punterebbe a liberare l'istituto tra sabato e domenica. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero