Vincenzo Rinaldi, la moglie del ristoratore al Quirinale muore due giorni dopo il parto: «Pamela è morta e non so perché, voglio la verità per i miei bimbi»

Il titolare di Rinaldi al Quirinale: "Stavamo festeggiando l'arrivo della nostra terza bimba e invece ora la mia famiglia sta vivendo una tragedia"

Vincenzo Rinaldi, la moglie del ristoratore al Quirinale muore due giorni dopo il parto: «Pamela è morta e non so perché, voglio la verità per i miei bimbi»
Aveva partorito la bimba ed era tornata a casa da soli due giorni quando ha accusato un forte malore. Poi la situazione è precipitata in una manciata di minuti: la corsa in...

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Aveva partorito la bimba ed era tornata a casa da soli due giorni quando ha accusato un forte malore. Poi la situazione è precipitata in una manciata di minuti: la corsa in ambulanza, l'arrivo in ospedale e il tentativo disperato dei dottori di rianimarla. Ma quando sabato notte Pamela Pelle, 39enne romana, è arrivata al pronto soccorso dell'ospedale Monterotondo era forse, già troppo tardi. «Mia moglie è morta e voglio sapere cosa è successo. Stavamo festeggiando l'arrivo della nostra terza bimba e invece ora la mia famiglia sta vivendo una tragedia» dice disperato il marito Vincenzo Rinaldi, 41enne e manager del noto ristorante Rinaldi al Quirinale nel Centro della Capitale.

LA DENUNCIA

Accompagnato dal legale Erdis Doraci, il 41enne domenica mattina ha ricostruito quanto avvenuto ai carabinieri di Monterotondo formalizzando una denuncia contro ignoti, con gli atti già notificati in Procura a Tivoli. Da quanto ricostruito la donna era stata ricoverata la mattina del 2 ottobre al Policlinico Gemelli per essere dimessa con la bimba, terzogenita della coppia, il pomeriggio del cinque ottobre. Un racconto doloroso in cui Rinaldi ha ripercorso gli ultimi istanti della compagna. Secondo quanto riferito, la 39enne aveva accusato malori nei giorni precedenti al parto. Quindi il ricovero e la nascita della piccola con un parto naturale: «Mia moglie Pamela- si legge negli atti- continuava a perdere sangue, perdite abbondanti. Lo avevamo segnalato anche durante il ricovero e ci è stato risposto che era normale. Una volta a casa, la situazione non è migliorata. I sintomi sono peggiorati con il passare delle ore».
La ricostruzione prosegue fino alla sera del 7 ottobre, due giorni dopo le dimissioni dal Policlinico Gemelli: «Pamela ha avvertito dolori, affanno e prurito. Ho visto che non migliorava e a quel punto ho chiamato l'ambulanza».

 

LA RICOSTRUZIONE

La mamma è stata quindi trasportata all'ospedale di Monterotondo dove, dopo 20 minuti, i medici ne hanno dichiarato il decesso. «Attraverso la Procura attendiamo l'accesso alle cartelle cliniche per capire cosa è accaduto- sottolinea l'avvocato Doraci l'intera vicenda è da accertare e siamo in attesa dei risultati autoptici. Dal momento del parto a quando sono arrivati i soccorsi fino al secondo ricovero, l'intera dinamica è da verificare attraverso le cartelle cliniche».
Le indagini sono state appena avviate e secondo i familiari sono molti gli aspetti da chiarire. La neo mamma ha infatti accusato dolori e prurito poche ore prima del parto. Quindi l'emorragia, che non si è mai arrestata, e un forte stato di malessere che si sono ripresentati due giorni dopo il ritorno a casa. Infine la richiesta di accertamenti macchina dei soccorsi: il tempo impiegato dall'ambulanza per arrivare a casa della donna. Come segnalato da Rinaldi, i sanitari del 118 avrebbero impiegato almeno mezz'ora prima di soccorrere la donna che al loro arrivo era già priva di sensi. Tutti punti, questi, che andranno chiariti.

Intanto una nota del Policlinico Gemelli chiarisce: «Nell'esprimere la vicinanza alla famiglia per la perdita di una persona così cara - si legge nella nota- si ritiene di poter affermare, sulla base degli elementi complessivamente disponibili, che la morte della signora Pelle sia avvenuta per cause naturali, non prevenibili né ricorrendo al prolungamento della ospedalizzazione, né ampliando il ventaglio della terapia prescritta a domicilio. I dati registrati nella cartella clinica non confermano, infine, la riferita copiosa perdita di sangue durante il parto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero