Torturato e dato alle fiamme, forse quando era ancora vivo. La tragica fine del cagnolino Jack Russell, trovato carbonizzato nei giorni scorsi a ridosso di Villa Ada, ha scosso...
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«In quarantotto ore ci sono arrivate una decina di mail da parte di cittadini che offrono un contributo per rendere più sostanziosa la taglia - racconta la presidente di Earth Valentina Coppola - hanno proposto in media cento euro ognuno». Una reazione non del tutto inaspettata. «E' stato un gesto talmente feroce e crudele che ha colpito moltissimo l'opinione pubblica» aggiunge.
L'associazione ha messo in campo anche il proprio gruppo di guardie zoofile, «un corpo di polizia volontaria che agisce in difesa degli animali» per poter raccogliere informazioni utili alle indagini. «Da venerdì le guardie zoofile si stanno recando sul posto per poter parlare con gli habitué della zona - spiega Coppola - L'obiettivo è riuscire a entrare in contatto con il maggior numero di persone possibile e trasmettere notizie utili alle forze dell'ordine e alla magistratura. Finora hanno parlato con una ventina di persone che solitamente frequentano il parco».
E intanto proseguono le indagini del commissariato Villa Glori per incastrare il responsabile dell'inspiegabile tortura. Ci sarebbe già un sospettato. Si tratta di un uomo, forse uno squilibrato, che è stato visto da alcuni ragazzi mentre accendeva il fuoco. Alla loro domanda: «Ma che stai facendo?» avrebbe risposto con una frase senza senso. Non è escluso che possa trattarsi della stessa persona notata salire a bordo di un'auto, parcheggiata nei pressi del luogo del ritrovamento del Jack Russell. Si attendono nei prossimi giorni anche gli esiti dell'autopsia sul cane: stabilirà se sia stato bruciato quando era ancora vivo e se aveva il microchip con i dati anagrafici.
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Il Messaggero