Legato, bastonato, torturato e bruciato vivo. Come se non bastasse gli hanno spezzato le zampe e lo hanno colpito ripetutamente sul muso, una volta legato con una grossa catena ad...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
In bocca, qualcosa per non farlo abbaiare.
Una scena da film horror. È questo il quadro che fuoriesce dopo il ritrovamento del corpo carbonizzato di un Jack Russel (anche se potrebbe trattarsi di un molossoide), trovato nella zona di Forte Antenne, a ridosso di Villa Ada. Ci sarebbe già un sospettato, un pregiudicato di 47 anni con precedenti di traffico di armi e droga. Gli agenti del commissariato Villa Glori lo hanno già identificato.
Ad indicarlo due ragazzi che mercoledì portavano a spasso i loro cani e hanno notato un’Audi fermarsi nella zona. «Un signore è sceso velocemente con un cane e poi abbiamo visto il fuoco salire dall’area verde», hanno raccontato ai poliziotti. L’animale ora è all’Istituto zooprofilattico. L’autopsia potrebbe rivelare ulteriori dettagli: potrebbe esserci un microchip con i dati anagrafici. Dietro questo gesto ci potrebbe essere l’ombra dei combattimenti clandestini o una vendetta personale.
Loredana Pronio, presidente della FederFida che nei mesi scorsi ha denunciato sevizie e morti sospette nel canile Parrelli (oggi sotto sequestro), sottolinea: «Chi compie un gesto così brutale su un animale lo può compiere sulle persone, il passo è breve. L’espressione di terrore sul volto di quella bestiola non riesco a cancellarla dalla mente». «Nel 2011 - continua la Pronio - abbiamo portato una serie di testimonianze in Parlamento sulle torture subite dagli animali per attenzionare la politica. La criminalità spesso utilizza gli animali e non si può far finta di nulla. I cani di piccola taglia troppo spesso sono utilizzati per allenare quelli da combattimento, glieli danno in pasto». E aggiunge: «La follia non deve essere giustificata è importante parlare di crudeltà e cattiveria. Il primo scopo della nostra associazione è la cultura della denuncia, non si può far finta di nulla. Aiutiamo i volontari e le associazioni ad utilizzare le leggi». «Villa Ada non è nuova a scenari da orrore nei confronti degli animali - dicono dall’associazione animalista Earth - Non possiamo tollerare un fatto del genere - aggiungono - offriamo 500 euro». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero