Attraverso Roma (villa Ada e Parioli) mi pare di essere in una città del dopo Ceausescu @antnqu È passato...
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Parioli) mi pare di essere
in una città del dopo Ceausescu
@antnqu
È passato più di un mese da quando villa Ada s’è svegliata bianca ingobbita spezzata. Ma è come se fosse stato due giorni fa. È arrivata la primavera ma l’inverno di Burian è ancora qui. C’è solo qualche nastro di plastica intorno a tronchi decapitati e a cataste di rami che resteranno lì a seccare. Non hanno portato via nemmeno quelli caduti davanti alla sede del servizio giardini. C’è quasi da aver paura ad attraversare il sentiero che dal laghetto porta su, la parte più selvaggia della villa. Prima o poi qualcuno si farà male, lo ripetono in tanti passando sotto due pini crollati uno sull’altro e rimasti in bilico, a forma di X, sulla stradina. Si saltella tra alberi sdraiati, ci si incolonna in strettoie, qui c’è il ramo venuto giù e qui la chioma collassata, ci si inchina per superare la barriera di legno o si guarda al cielo sperando di non incrociare fronde volanti. E dire che la villa è stata chiusa quasi due settimane dopo la nevicata, cancelli sbarrati ma si entrava lo stesso, anche attraverso un buco nella rete del servizio giardini. A proposito: chi li ha visti mai gli operatori del verde? «Sevizio giardini», la battuta che circola tra chi frequenta la villa. Come dire: quando si muovono, lo fanno male. È andata meglio con la neve di Alemanno, si rammarica su fb dell’Osservatorio Sherwood. Molti più alberi a terra, ci si misero anche i volontari e sparirono in fretta. Adesso stanno sparendo i sentieri, sui tronchi compaiono segni rossi. È sempre più inverno a villa Ada.
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Il Messaggero