Appena immatricolati nei ranghi della Municipale romana, hanno già iniziato a comportarsi come i colleghi più navigati: lavorare la mattina presto? No, voglio...
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All’incirca un vigile su sei di quelli appena assunti dal Campidoglio ha spedito ai superiori una richiesta di esenzione dai turni più scomodi. Neanche il tempo di indossare la divisa d’ordinanza e i nuovi pizzardoni hanno già provato a sfruttare i benefit che negli anni passati sono stati concessi a pioggia ai colleghi più anziani e che ora, almeno a parole, la sindaca Virginia Raggi ha promesso di sforbiciare.
La prima cittadina vorrebbe che 7 agenti su 10 lavorassero in strada. Sarebbe normale, invece oggi quasi la metà dei caschi bianchi di Roma passa l’orario di servizio dietro la scrivania, in ufficio, come un impiegato qualsiasi. Raggi ha promesso che quella percentuale cambierà e che il rapporto sarà di 70 vigili su strada e 30 in ufficio, ora toccherà al comandante Antonio Di Maggio rendere operativa la misura. Si sarebbe dovuti partire proprio dai 300 vigili ingaggiati di fresco.
Erano stati scenograficamente piazzati sulla scalinata di piazza del Campidoglio, il primo giugno, per celebrare lo sblocco delle assunzioni dopo anni di tagli al personale. «Andranno tutti in strada», aveva promesso l’amministrazione pentastellata. E così difatti era stato disposto con gli ordini di servizio.
«PROTETTI DAI DELEGATI»
Peccato che, a poche settimane da quella decisione, abbiano cominciato a fioccare le richieste di esenzione. Creando maretta tra i colleghi che magari, con questa infornata di giovani, speravano di dare linfa a un Corpo dove l’età media è sopra i 50 anni. I malumori si sono riversati nelle chat interne dei pizzardoni, soprattutto da parte di chi si è ritrovato a smistare le pratiche dei neo-assunti. «Oggi - si legge in un messaggio pubblicato su un gruppo Facebook della Municipale - mi ritrovo un faldone di richieste di esenzioni».
C’è chi ha chiesto di schivare il turno «dalle 18 all’una di notte», troppo tardi, chi ha chiesto di non lavorare la mattina presto, chi addirittura pretenderebbe di staccare multe solo «intorno alla stazione Termini, perché viene da fuori Roma». Nei messaggi interni, qualcuno subodora che dietro a queste richieste spedite in batteria ci sia lo zampino di qualche sindacalista: «Questo meccanismo fa intervenire il delegato, che inizia a muoversi per una tessera, per una parentela o per simpatia... Così non cambierà mai niente», si legge. Si spera di no, le richieste di esenzione, in fondo, devono essere accettate.
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Il Messaggero