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Gli sbandati che nottetempo fanno capolino nei gabbiotti abbandonati della Polizia locale ora potranno godere di un comfort in più: l'aria condizionata. Chi paga? Il Campidoglio, ovviamente. Quindi i romani. Le «cabine protettive» sparse per novanta vie e piazze della città, quelle che nella Roma veltroniana che fu avrebbero dovuto diventare le basi operative dei pizzardoni, sono relegate nel degrado da più di un decennio. I vigili urbani se ne tengono alla larga. E così, quando va bene, questi abitacoli grigiastri di metallo, costati 8mila euro al pezzo, rimangono vuoti (e inutili). Quando va male vengono presi di mira dai teppisti o si trasformano in mini-discariche di birre e lattine. Atti vandalici, sì, ma al fresco, con l'aria condizionata accesa: la Municipale infatti ha appena deciso di stanziare altri 74mila euro per garantire il funzionamento dei condizionatori nelle sue sedi e nelle 93 «cabine protettive dislocate sul territorio comunale».
LE FATTURE
I fondi «per l'assistenza tecnica e la manutenzione straordinaria e ordinaria» dei pinguini peseranno per 37mila euro sul bilancio comunale di quest'anno e per altri 37mila su quello dell'anno prossimo. E vanno sommati ai 65mila euro già stanziati l'anno scorso per la stessa attività, come ha raccontato Il Messaggero. A piazza Vittorio, si legge nelle circolari interne dei caschi bianchi, il condizionatore è rotto. E lo stesso accade a via di Torre Maura, in largo di Porta Cavalleggeri, a due passi dal Vaticano, e in piazza Giochi Delfici. Dentro, ben inteso, non c'è mai nessuno, come sa bene chi abita da quelle parti. Ma i condizionatori vanno riparati urgentemente. Ecco perché già dal primo luglio e fino al 30 giugno 2018, la Polizia locale potrà contare su una pattuglia di tecnici esterni, pronti a intervenire per assicurare «il corretto funzionamento degli impianti durante l'anno».
IL PROGETTO FALLITO
Pazienza se queste cabine, tutte montate tra il 2003 e il 2004 con tanto di vetri antisfondamento e materiale in grado di mantenere la temperatura, rimangono vuote, nonostante gli annunci di futuri «rilanci», sempre abortiti. Va ricordato che i gabbiotti sono finiti al centro di una lunga controversia tra il Comune di Roma e il ministero del Lavoro. Fu il dicastero di via Veneto a bloccare, diversi anni fa, l'utilizzo delle cabine, considerandole troppo piccole come luoghi per prestare servizio. Il Campidoglio si oppose e nel 2014 ottenne dal Tar una sentenza in cui veniva stabilito che questi spazi, pur non essendo «luoghi di lavoro» veri e propri, potessero comunque essere considerati «punti di appoggio», per scrivere, per riporre gli effetti personali, per ripararsi in condizioni meteorologiche particolarmente avverse. Riparo per la pioggia, quindi, e ora anche per l'afa.
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Il Messaggero