Roma, rispunta la tranvia Termini-Aurelio: entro fine anno il progetto esecutivo

Roma, rispunta la tranvia Termini-Aurelio: entro fine anno il progetto esecutivo
Torna l'ipotesi di una lunga tranvia che da stazione Termini arrivi a Cornelia, passando per il Vaticano. Il progetto Tva (Termini, Vaticano, Aurelio), che arrivò alla...

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Torna l'ipotesi di una lunga tranvia che da stazione Termini arrivi a Cornelia, passando per il Vaticano. Il progetto Tva (Termini, Vaticano, Aurelio), che arrivò alla fase esecutiva, ma non fu mai realizzato, risale al Giubileo del 2000 ed è stato ripreso dall'amministrazione pentastellata che dopo averlo inserito nel Piano urbano per la mobilità sostenibile ne ha discusso questa mattina durante una seduta della commissione capitolina Mobilità.


«È un progetto del Giubileo, ma che abbiamo ripreso perchè lo riteniamo valido. Per questo abbiamo inserito la tratta Termini-Risorgimento tra le invarianti del Pums (il piano urbano per la mobilità sostenibile)», ha detto l'assessore alla Mobilità Linda Meleo. Oltre è andato il presidente della Commissione Enrico Stefàno che ha sottolineato l'intenzione dell'amministrazione di «Chiedere i fondi al ministero dei Trasporti per la tratta Termini -Risorgimento così da avere il progetto esecutivo entro fine anno». L'opera, hanno ribadito in coro Meleo e Stefàno: «Non sarà assolutamente sostitutiva della metro C».

Al massimo sarà una valida alternativa. «Nella migliore dell'ipotesi - ha detto il presidente della Commissione Mobilità - la linea C arriverà fra 10 anni e intanto è essenziale avere delle infrastrutture che liberino il centro storico dalle automobili». La tranvia avrà due lotti funzionali: Termini-Vaticano e Vaticano-Cornelia. L'intenzione è di realizzare entrambi. Il vecchio progetto prevede che da Termini i tram scenderanno su via Nazionale, poi, una volta a piazza Venezia, passando per via del Plebiscito arriveranno a largo Argentina. Da lì percorreranno Corso Vittorio e attraverseranno il Tevere passando per l'omonimo ponte.

Da qui la linea si dividerà in due. Alcuni tram si dirigeranno verso piazza Risorgimento passando prima per via Traspontina e poi per via Stefano Porcari, altri passeranno sotto la Galleria Amedeo di Savoia e da qui praticamente tutto dritto: percorreranno via di porta Cavalleggeri (incrociando la stazione ferroviaria Roma San Pietro), via Gregorio VII, piazza Irnerio fino ad arrivare a Circonvallazione Cornelia. «Ovviamente l'opera avrà effetti molto significativi sulla viabilità e sarà necessario anche variare diverse tratte del trasporto pubblico, cancellando molte linee bus», ha detto Stefano Brinchi, presidente dell'agenzia per la Mobilità. In particolare verrebbero sostituite in toto le linee 64 (Termini-Stazione San Pietro) e 40 (Termini-Castel Sant'Angelo). Come hanno spiegato i tecnici dell'Agenzia della Mobilità dell'opera «Esiste già il progetto definito, si era conclusa la conferenza dei servizi sulla tratta Risorgimento-Pio XI e quella Piazza Venezia-Largo Argentina era addirittura andata a gara con progetto esecutivo». Perchè ci si fermò? «Era il periodo del Giubileo - hanno spiegato - e c'era il piano basiliche con cantieri per tutto il centro storico, il progetto del tram era inattuabile. Fu rinviato, ma poi non si fece più nulla».


A segnalare invece dei rischi è stato un ingegnere di Roma Metropolitane: «I cantieri delle due stazioni piazza Venezia e corso Vittorio della Metro C andranno a impattare su tracciato tram, con il rischio che i cantieri della metro fermino la tranvia appena aperta». La replica è subito arrivata dai tecnici dell'agenzia della Mobilità che hanno sottolineato come ci siano molteplici esempi in Europa di cantieri «fatti senza smantellare le tranvie». Il consigliere del M5s Pietro Calabrese ha invece proposto di usare il deposito Atac di piazza Bainsizza, che già fu utilizzato per i tram, come deposito dei mezzi della futura tranvia. Secondo Calabrese Roma Capitale dovrebbe partecipare all'asta per l'acquisto del deposito. La struttura infatti è stata inserita da Atac tra il patrimonio da dismettere nell'ambito della procedura di concordato preventivo. 
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Il Messaggero