Ora il via libera c'è, seppur con diverse «prescrizioni» legate ai trasporti. E cioè il principale nodo - ma non l'unico - del futuro stadio...
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La sindaca Raggi ha aspettato tutto il pomeriggio il «sì» - al punto di far partire un tweet di giubilo, poi eliminato, a conferenza ancora in corso - in serata poi ha finalmente potuto dire che questo è «un grande risultato per la città». E che ci sarà «meno cemento e più verde: impulso per nuovi posti di lavoro». Una conquista politica per il M5S, che prova a uscire dal guscio del «no a tutto», festeggiato dalla grillina allo stadio Olimpico, presente in tribuna a Roma-Quarabag.
Dalla sponda Regione, Nicola Zingaretti si unisce sì alla festa dei tifosi e della città, ma sottolinea che «verificheremo applicazione, prescrizioni e osservazioni». Specificando che l'area del progetto, e cioè l'ex ippodromo di Tor di Valle, vicino a un'ansa del Tevere, «è stata scelta dalle amministrazioni comunali». E che soprattutto «ora la palla torna alle altre amministrazioni ed in particolare al Comune di Roma per l'approvazione della variante».
IL GIALLO
Il quadrante della Capitale già complicato di per sé per la viabilità, ora dovrà capire come sopportare l'onda d'urto dei tifosi durante le partite. Anche perché ieri è uscito di nuovo fuori il giallo del Ponte di Traiano. L'opera, saltata nella seconda versione dell'accordo tra privati e Comune, continua a essere considerata fondamentale per la Regione. Anche perché quello dei Congressi è ancora bloccato nella progettazione. Il ministro dello Sport Luca Lotti, grande tifoso dell'operazione, ha fatto capire che ci penserà il Governo, semmai (cioè lo Stato). Rimangono una serie di prescrizioni su tutta l'operazione, sottolineate anche ieri dalla conferenza dei servizi (Regione-Comune-Città metropolitana-Stato). Non solo il ponte, ma anche il potenziamento della RomaLido (considerata oggi la peggiore linea ferroviaria d'Italia) e la realizzazione di una nuova stazione proprio a Tor di Valle.
L'ITER
Non finisce qui, certo.
Il Messaggero