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Sul podio c’è Monteverde, seguito dal quartiere Ostiense. Nella mappa delle zone più colpite dalle vespe Orientalis figurano anche Portuense, Eur, Trionfale e buona parte del centro storico. Decine e decine le segnalazioni pervenute dai residenti nei mesi estivi appena trascorsi. Ma la presenza di quei piccoli quanto pericolosi imenotteri è ancora viva e gli interventi di rimozione delle colonie abbracciano gran parte delle case romane fino alla campagna. «Il vero problema è la complessa gestione dei rifiuti lungo le strade», osserva a “Il Messaggero”, l’esperto Andrea Lunerti chiamato per mettere in sicurezza molte abitazioni. «Se non verranno presi provvedimenti seri - spiega - il prossimo anno sarà davvero un grande caos».
La mappa
A Monteverde, nelle settimane precedenti, un uomo di 59 anni stava pulendo i vetri della finestra quando, a un tratto, uno sciame di vespe ha provato ad attaccarlo. Lui, Lorenzo Mappelli, ha perso l’equilibrio ed è caduto dall’ottavo di una palazzina in viale Prospero Colonna. A nulla sono valsi i tentativi dei soccorsi per rianimarlo: l’uomo è deceduto sul colpo davanti agli occhi dei familiari che da diverso tempo avevano provato a denunciare quella colonia che stava infestando le loro case. Solo un sopralluogo del municipio e le tante chiamate a quel numero di emergenza, ora collassato, ma in concreto nessun intervento per rimuovere il nido.
Medesimo scenario in via Livio Andronico, alla Balduina, dove i balconi dei palazzi dal civico 54 al 67 sono completamente invasi dalle vespe.
«Un’estate senza precedenti», ribadisce nuovamente l’etologo. «Tanti gli interventi e le chiamate al giorno dove consiglio sempre a tutti di prestare attenzione alle fessure, alle intercapedini e di applicare zanzariere alle finestre. Cercare, in sostanza, di suggerire “falsi” messaggi agli insetti per evitare che si avvicinino alle nostre dimore. Non servono trappole o lavori di neutralizzazione con spray. Sono compiti che spettano solamente a personale esperto».
La vespa Orientalis, dallo Space Shuttle all’Italia
E’ l’insetto più studiato al mondo. Dall’Asia fino al parte Est del Mediterraneo, la vespa Orientalis è arrivata a diffondersi anche in Spagna, Bulgaria, Portogallo e nelle nostre città italiane. La sua straordinaria capacità di adattamento nei luoghi più ostili l’ha portata, nel 1984, addirittura a salire a bordo dello Space Shuttle per testare le sue resistenze ad ogni avversità. E diversi anni prima, nel corso di uno studio condotto in Israele, arrivò ad attaccare un gruppo di entomologi che avevano messo a punto una serie di esperimenti e osservazioni di Orientalis. «Si è evoluta anche nel deserto del Sahara - aggiunge Lunerti - in luoghi dove bisogna saper trovare la giusta tattica per riuscire a sopravvivere e ricercare cibo». E ora, da qualche tempo, è approdata anche in Italia: «Sono nel massimo della loro consistenza numerica a tal punto che hanno sommerso diverse aree verdi e quei luoghi dove sono presenti piante che secernano sostanze zuccherine», prosegue Lunerti. “Ospiti” certamente indesiderati ed aggressivi, ma con una possibilità di divenire un vero e proprio salvavita. Secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori americani, diversi costituenti degli insetti e lo stesso liquido larvale sarebbero in grado di inibire le vie molecolari nelle varie fasi del cancro al seno senza avere alcun effetto tossico sulle normali cellule. «Non c’è ( al momento) nulla di certo - chiarisce l’etologo - ma l’eventuale scoperta potrebbe offrire risultati -sicuramente - incoraggianti».
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