Vespa Orientalis a Roma, un nido con (almeno) 800 insetti in un appartamento sull'Appia. L'esperto: «Prediligono i piani alti»

Le vespe avevano creato un rivestimento attorno al rullo della serranda. Mamma e figlio ormai erano diventati "prigionieri"

La colonia con almeno 800 Vespe Orientalis rimossa da un'abitazione nel quartiere Appio-Latino
Una macchia sulla testa, il colore rossastro ed una banda gialla nell’addome: è la delineazione chiara e precisa della Vespa Orientalis, l’insetto, che nel...

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Una macchia sulla testa, il colore rossastro ed una banda gialla nell’addome: è la delineazione chiara e precisa della Vespa Orientalis, l’insetto, che nel corso delle ultime settimane, sta tenendo sotto scacco diverse abitazioni della Capitale diventando, a tutti gli effetti, una grande emergenza. Si tratta di una delle tre specie presenti attualmente in Europa, molto più velenose ed aggressive rispetto agli altri imenotteri e il loro veleno è considerato epatotossico. Tante le segnalazioni e le richieste di intervento immediate negli appartamenti romani per rimuovere i nidi e mettere al sicuro anche gli stessi abitanti. L’ultimo caso racconta di un nido con almeno 800 insetti nell’intercapedine di una casa, nel quartiere Appio - Latino. «Prediligono le altezze e abbiamo notato che le colonie vengono rinvenute dopo il terzo ed il quarto piano. Massima attenzione quando apriamo le finestre soprattutto se ci troviamo ai piani alti», dice al Messaggero l’esperto zoofilo Andrea Lunerti. 

 

Vespa Orientalis nel quartiere Appio - Latino

La situazione, in un appartamento nel quartiere Appio - Latino, dove vivono una mamma con suo figlio era davvero diventata insostenibile già da diversi mesi. La donna, in particolare, preoccupata perché impossibilitata nell’aprire la finestra si era rivolta all’amministratore condominiale. I vicini di casa lamentavano la presenza di questi insetti che avevano addirittura invaso il giardino del palazzo. Inizialmente si pensava alla possibilità che i nidi fossero diversi, in realtà il covo era uno con almeno 800 vespe Orientalis. «Un nido enorme», spiega al Messaggero l’etologo Andrea Lunerti che ha eseguito l’intervento di messa in sicurezza e neutralizzazione delle vespe.

 

«Nel corso dei numerosi interventi effettuati abbiamo notato che questi insetti prediligono le altezze. I nidi rimossi infatti sono quasi sempre dopo il terzo ed il quarto piano. Quindi, massima attenzione, per coloro che abitano ai piani alti», suggerisce l’esperto. Le vespe avevano creato un rivestimento attorno al rullo della serranda pronte per la stagione più fredda. «Il pericolo risiede proprio nel momento in cui si tira su la tapparella e si rischia di rompere il nido: gli insetti escono ed iniziano ad attaccare chiunque».

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Come si svolge un intervento di rimozione di un nido? «Dopo aver indossato una tuta leggera - di quelle che si utilizzano nell’apicoltura, ma che sono adatte anche per i calabroni - iniziamo ad aprire le intercapedini. Il mio peggior nemico - sottolinea Lunerti - non sono solamente le vespe, ma anche le temperature calde. Le tute protettive emanano un forte caldo e il rischio è di collassare. Quindi bisogna intervenire subìto e in poco tempo. L’apertura delle intercapedini viene eseguita con molta lentezza perché lo spostamento d’aria e la stessa respirazione viene identificato dagli insetti come un allarme “intrusione”. La conseguenza è un vero e proprio assalto di massa soprattutto nei punti delicati: occhi, naso e bocca. Le Orientalis hanno la capacità di verificare i punti del corpo umano vascolarizzati e iniettare il veleno». Quindi, conclude Lunerti, «non bisogna mai tentare di rimuovere i nidi senza il supporto di persone qualificate. Le conseguenze, talvolta, possono essere fatali».

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Il Messaggero