Basta uscire dalla metropolitana Ottaviano e l'esercito dei salta-fila è in piena attività. Dalla mattina alle prime ore del pomeriggio. Le postazioni sono ben...
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Roma, raffica di controlli a B&b e affittacamere: multe per 115mila euro
GLI INCASSI
I promoter su piazza alimentano il business di almeno quindici agenzie che operano nei dintorni, per un giro d'affari quotidiano di quasi 20mila euro. L'acchiappino intercetta famiglie e passanti, li convince, li conduce in fretta e furia in agenzia, dove avviene la transazione. «Molto spesso il pagamento avviene in contanti, ma anche se viene usata la carta di credito, al turista viene data una ricevuta fittizia», raccontano le guide. Numeri alla mano, i promoter puntano a raccogliere per strada più persone possibili per formare gruppi da 30 o 50 persone in alta stagione. Ogni agenzia riesce a organizzare minimo cinque tour al giorno, per un guadagno in media di oltre 1300 euro al giorno. Il Vaticano, dunque, è l'altra fetta della torta di Roma, dove i controlli sembrano ancora latitare. Qui, strategie e look acchiappa-turista restano intatte, pronte a fare soldi. «Le aree intorno al Vaticano, come al Colosseo, sono da anni dominate da agenzie e organizzazioni per la vendita di tour, e continuano ad esserlo ancora oggi - commenta Isabella Ruggiero presidente dell'Associazione guide abilitate - Quelle aree non sono terra di nessuno, ma piuttosto territori controllati da vari soggetti. Tanto più i promoter, che a volte sono stati protagonisti di risse e liti per il diritto su certi clienti e su determinate postazioni». Scene squallide avvenute anche davanti ai turisti.
IL RETROSCENA
«I promoters mirano ad ottenere il riconoscimento almeno di alcune agenzie che rimarrebbero padrone indisturbate delle piazze - spiega Ruggiero - E intanto hanno subito fatto ricorso. Alcune agenzie tra quelle che lavorano su piazza, che cioè vendono i tour non solo online ma anche attraverso i promoters su strada, sia al Colosseo sia al Vaticano, hanno fatto ricorso al Tar del Lazio, chiedendo la sospensiva e l'annullamento della parte del regolamento che li riguarda». «Ci risulta - continua la guida - che finora né il Comune né alcun altro soggetto pubblico si sia costituito in giudizio. Francamente non riusciamo a capire come Roma Capitale possa essere totalmente assente in questa fase tanto importante della vicenda». Intanto, nonostante i divieti, l'assalto dei salta-fila va in scena. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero