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La Pfizer ha dato “buca”. É saltata la consegna delle 32.760 dosi di vaccino assicurata per ieri. Dovrebbero arrivare oggi nei 20 hub regionali. Dovrebbero, il condizionale è d’obbligo, perché nel momento in cui esiste un’unica arma certificata contro il Covid, regna l’incertezza più totale. Nessuno sa e può sapere, in Regione, quando e quante partite arriveranno. Tanto che lo stesso assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, rileva che «questa modalità a singhiozzo crea numerosi problemi organizzativi a tutto il sistema». Tradotto: ci sono le scorte - le dosi di vaccino accantonate pari a un terzo di quelle ricevute finora, ossia cinquantamila - che danno una autonomia di due settimane, ma se gli stop alle spedizioni dovessero ripetersi, allora rischia di saltare la fase due della campagna vaccinale che riguarda 470mila ultraottantenni e, soprattutto, un richiamo su due per chi è stato già vaccinato.
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Al momento in tutto il Lazio sono state effettuate 115mila iniezioni; alcune Asl, per esempio la 1 di Roma Centro, hanno già terminato la somministrazione a tutti gli ospiti delle Rsa ed è pronta per avviarla nelle case di riposo.
LA GIORNATA
Intanto, ieri i contagi nel Lazio sono aumentati. La curva non sale vertiginosamente, ma nemmeno scende più di tanto, motivo per cui l’allerta resta alta. Gli esperti sono sul chi-va-là in attesa anche di valutare l’impatto degli spostamenti dovuti alla riapertura delle scuole secondarie in presenza. Ieri, su quasi tredicimila tamponi effettuati (+2.891) e oltre ventitremila antigenici per un totale di oltre trentaseimila test, si sono registrati 1.100 casi positivi (+228), 59 decessi (+43) e 3.150 nuovi guariti. Sono diminuiti i ricoveri e le terapie intensive. Il rapporto tra positivi e tamponi si attesta all’8%, ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale scende a 3%. I casi a Roma città sono a quota 500.
Gli esperti sono preoccupati: se da una parte la curva dei contagi non sale, dall’altra nemmeno scende più di tanto. Inoltre, c’è l’incognita della ripresa in presenza delle lezioni nelle scuole superiori secondarie. D’Amato rinnova l’appello agli studenti perché usufruiscano della possibilità di sottoporsi al tampone antigenico gratuitamente: su oltre 34 mila prenotazioni disponibili, infatti, i posti prenotati e utilizzati sono stati solo 11.025 pari a circa il 31%. I presidi avevano chiesto che lo screening potesse essere effettuato in drive in allestiti presso le scuole per invogliare e facilitare l’accesso ai ragazzi.
Il Messaggero