Roma, via ai vaccini per gli over 80 ma un centro su tre non apre

Roma, via ai vaccini per gli over 80 ma un centro su tre non apre
Nel Lazio il vaccine-day degli anziani è lunedì: i primi 3.600 convocati riceveranno l’iniezione intramuscolare del siero Pfizer, ma un terzo dei punti...

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Nel Lazio il vaccine-day degli anziani è lunedì: i primi 3.600 convocati riceveranno l’iniezione intramuscolare del siero Pfizer, ma un terzo dei punti vaccinali (13 su 35 a Roma) non è pronto. I centri sono ancora alle prese con lavori di completamento, sistemazioni varie, «problemi logistici», spiegano i referenti dei distretti sanitari. Ecco perché l’apertura è stata rinviata di almeno una settimana. In alcuni casi, come per il maxi-parcheggio vicino all’aeroporto di Fiumicino, il più grande centro vaccinale progettato finora nella regione, dove saranno attive 25 linee, si è deciso di aspettare che le forniture aumentino. «Altrimenti sarebbe come fare il pieno a una Ferrari con 10 euro», commenta il diggì dell’Asl Roma 3, Giuseppe Quintavalle.

 

Il Lazio è la prima regione in cui parte la vaccinazione degli ultra-ottantenni non ospedalizzati o ospitati nelle Rsa. L’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, ha spiegato che la macchina delle somministrazioni a regime potrà viaggiare fino a 30 mila dosi al giorno. Per ora bisogna accontentarsi di 3.600, colpa delle scorte esigue sin qui arrivate da Pfizer e da Moderna. Oltre 200mila anziani si sono prenotati e le Asl hanno cercato di allestire in tutta fretta più centri possibile. Nell’elenco stilato il 28 gennaio ne erano appuntati 35 a Roma città (89 nel Lazio). Ma lunedì ne saranno attivi 22.

 

Covid, i centri vaccini nel Lazio

Nell’Asl 1 è pronto l’ex manicomio del Santa Maria della Pietà, poi la Casa della salute a Prati, l’Idi, il Cristo Re, Villa Tiberia, Villa Aurora, l’ospedale San Pietro sulla Cassia, il Gemelli, l’Umberto I, il Fatebenefratelli e il Sant’Andrea. All’Asl Roma 2, saranno attivi i grandi ospedali, come il San Giovanni Addolorata, il Cto, l’Ifo, il Pertini, Tor Vergata, il Sant’Eugenio e il Campus, per gli altri toccherà aspettare il 15. Anche uno dei grandi protagonisti della vaccinazione, l’Auditorium, sarà pronto per la seconda settimana. All’Asl Roma 3, saranno operativi 4 punti: il collaudatissimo Spallanzani, poi il centro prelievi del San Camillo-Forlanini, i siti di Casal Bernocchi e Majorana. Il “lunga sosta” di Fiumicino sarà aperto quando arriveranno più dosi. Chi ha prenotato nelle strutture chiuse? Sarà avvisato e reindirizzato: in ogni caso, le Asl mandano un sms 72 ore prima dell’iniezione con data e luogo esatti, per evitare confusioni e malintesi.

Mentre nel Lazio si registrano 1.141 nuovi positivi (-33) , lunedì i medici di base e le Uscar riceveranno le prime, poche dosi Pfizer per le vaccinazioni a domicilio. «Controlleremo che chiunque abbia fatto richiesta della puntura a casa sia davvero non autosufficiente - avverte Pier Luigi Bartoletti, a capo del team d’emergenza - le domande sono tante». E i vaccinatori scarseggiano: quelli promessi dal bando di Arcuri stanno arrivando alla spicciolata e sono molti meno di quanto ci si aspettasse. Le aziende sanitarie hanno provato a reclutare specializzandi, ma la lista da cui pescare si assottiglia sempre di più: «Li stiamo ingaggiando dall’inizio della pandemia, per tante mansioni. Ne restano pochi», ha spiegato Simona Ursino dell’Asl 4.

Mercoledì arriveranno le prime 100 mila dosi AstraZeneca, raccomandate dall’Aifa a chi ha meno di 55 anni. Ieri l’assessore D’Amato ha confermato l’anticipazione del Messaggero: il Lazio ha optato per il “modello israeliano”, le dosi saranno somministrate dai medici di base per «classi di età». Si parte dai nati nel 1966, a scalare. Aspettando che «le indicazioni illustrate dalla conferenza Stato-Regioni - conclude l’assessore - siano contenute in un documento formale del Ministero». Le priorità, solo abbozzate, sarebbero insegnanti, forze dell’ordine e addetti dei servizi essenziali. Ma per ora conterà solo l’anagrafe.
 

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Il Messaggero