Lazio, vaccino, al via il 65enni ma si parte con i sani. Caos per le dosi Astrazeneca saltate

Lazio, vaccino, al via il 65enni ma si parte con i sani. Caos per le dosi Astrazeneca saltate
La macchina è pronta a partire per immunizzare i 65enni residenti nel Lazio ma il rischio è che per diverse settimane non si vada molto lontano a causa delle...

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La macchina è pronta a partire per immunizzare i 65enni residenti nel Lazio ma il rischio è che per diverse settimane non si vada molto lontano a causa delle “prescrizioni” - così le chiamano i medici di famiglia - delle somministrazioni del vaccino AstraZeneca: «Sconsigliato - spiega Alberto Chiriatti, segretario regionale della Fimmg Lazio - a chi soffre di ipertensione, a chi ha bronchiti croniche od è affetto da diabete». In più a rendere difficoltosa la partenza - prevista dalla Regione il prossimo primo marzo - la scarsa numerosità dei vaccini con l’AstraZeneca che soltanto ieri ha annunciato il taglio di 9 mila consegne attese nei prossimi giorni. Morale? «Potrebbe verificarsi un lieve ritardo - prosegue Chiriatti - sull’avvio della campagna vaccinale negli studi dei medici di famiglia». Perché se le dosi scarseggiano sempre più e resta un limite su coloro a cui si può iniettare il vaccino va da sé che la strada invece di essere in discesa inizia a inerpiscarsi. «Se da qui al prossimo primo marzo - prosegue il segretario regionale dei medici di famiglia - l’Aifa non modificherà i parametri per chi può ricevere il vaccino dell’AstraZeneca noi saremo costretti ad escludere momentaneamente diverse persone di 65 anni scorrendo le nostre graduatorie su chi è più giovane e anche lì si dovranno escludere coloro che sono affetti da determinate patologie perché dobbiamo vaccinare al momento coloro che sono sani».

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I NUMERI

Conti alla mano in tutta la Regione ci sono 69.454 persone con 65 anni di età. Se si considera l’intera fascia di coloro che invece hanno tra i 65 e i 55 anni - il target di riferimento al momento per AstraZeneca - il numero sale a 889 mila. E tra loro moltissimi - quasi 400 mila - sono affetti da quelle patologie a cui l’inoculazione del vaccino è sconsigliata. Ben 254 mila sono affetti da ipertensione arteriosa (116 mila a Roma), poi ci sono coloro che soffrono di diabete (75 mila di cui 34 mila registrati nella Capitale). Seguono ancora le persone affette da broncopneumopatia: 43 mila di cui 21 mila a Roma.

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I NODI

«Trovare un 65enne - conclude Chiriatti - che non abbia nessun problema non è così semplice perché magari molti hanno anche avuto un infarto ad esempio e quindi non possono ricevere questo vaccino a meno che nella prossima settimana non arrivi un cambio sulla direttiva». I medici da parte loro sono pronti: i sindacati hanno sottoscritto con la Regione un accordo per somministrare i vaccini negli ambulatori ma è chiaro che tutto dipenderà dalle dosi. Per coloro che vengono esclusi momentaneamente e che forse dovranno aspettare analogamente a quanto previsto per chi ha tra i 69 e i 79 anni il vaccino della Pfizer o della Moderna, si procederà con i cittadini più giovani: dai 64 anni a scendere. Ma anche qui verranno immunizzati i “sani”. Il taglio delle dosi infine produrrà degli effetti negativi sulla campagna perché questo vaccino è riservato anche ai professori oltre al personale delle forze dell’ordine per cui sono partite già le somministrazioni. A ieri 30 mila insegnanti si erano già prenotati ma l’avvio di lunedì potrebbe ridursi perché con 9 mila dosi in meno, ci sarà un taglio di 4.500 persone (considerato che anche questo vaccino prevedere un richiamo). E sui prof inoltre resta il problema per chi insegna nelle scuole del Lazio ma risiede in altre Regioni. L’assessore alla Sanità Alessio D’Amato ha fatto sapere che la Regione è pronta a vaccinare anche loro. Le forze - tra vaccinatori e centri di somministrazione - non mancano. Il problema però sono le dosi e senza quelle pure le migliori intenzioni restano ferme al palo.

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Il Messaggero