Scatta da giovedì la campagna anti influenzale che si prolungherà fino al 31 dicembre. La Regione ha già messo a disposizione dei medici di base, dei pediatri e dei servizi...
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Hanno spiegato Alessio D’Amato, direttore della cabina di regia della sanità del Lazio, e Flori Degrassi, direttrice della programmazione sociosanitaria: «L’obiettivo di copertura vaccinale della Regione è il 75 per cento di popolazione anziana e categorie a rischio vaccinate». Un anno fa, quando ci fu un contraccolpo per un dannoso allarmismo poi rivelatosi ingiustificato sugli effetti di un tipo di vaccino, il tasso di copertura della popolazione anziana fu del 50,2 per cento (il dato nazionale fu più basso, 49).
Non va sottovalutata l’importanza della campagna di vaccinazione anti influenzale, visto che un anno fa nel Lazio l’influenza causò 3 decessi e 32 casi gravi. Infine, quest’anno la Regione ha avviato anche un programma di vaccinazione con vaccino anti-pneumococcico coniugato (Pcv) 13-valente.
Spiega Degrassi: «Lo Streptococcus pneumoniae è responsabile delle infezioni sistemiche e a carico dell’apparato respiratorio, il cui rischio aumenta con l’età, in particolare al di sopra dei 64 anni».
Ha ricordato Nicola Zingaretti, presidente della Regione, nel presentare la campagna di vaccinazione che nel complesso costerà 17 milioni di euro: «Vogliamo con forza lanciare un messaggio di serenità, ma anche un appello: chi non si vaccina mette a rischio la propria salute e quella degli altri. Facciamo appello dunque affinché ci sia una risposta importante in una regione che è all'avanguardia in Italia per la copertura vaccinale, ma abbiamo visto cosa accade quando invece, per paura, si torna indietro. Aumentano le malattie, le file, gli affollamenti nei pronti soccorso e si rimane in balia, forse, anche dei propri errori. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero