Usura a Roma, spedizioni punitive e tassi al 240%: tra le vittime ex calciatore di Serie A

Usura a Roma, spedizioni punitive e tassi al 240%: tra le vittime ex calciatore di Serie A
Ci sono cose che non si possono dire per telefono. Come le minacce, le violenze e i tassi usurai che cinque persone applicavano a piccoli imprenditori e a persone in...

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Ci sono cose che non si possono dire per telefono. Come le minacce, le violenze e i tassi usurai che cinque persone applicavano a piccoli imprenditori e a persone in difficoltà, tra cui un ex calciatore che militava in serie A negli anni '60. E Giuseppe Piromalli, uno dei cinque arrestati dalla Squadra Mobile di Roma, lo sa bene. Tanto che quando una delle vittime lo chiama per un prestito di 50€ gli risponde: «Sì ma certe cose non me le devi dì pè telefono. Io te vojo bene». 

Gip: «Le vittime non si potevano ribellare»

 

Gli arrestati avrebbero elargito prestiti a piccoli imprenditori e a persone in difficoltà, applicando tassi fino al 240% e ricorrendo a vere e proprie spedizioni punitive per convincere le vittime a pagare. Per il gip è «spiccata la capacità di organizzarsi, di relazionarsi con numerose vittime, irretite e poi poste nella condizione di non potersi ribellare, ma anche di confidare in una rete di aderenze e di controllo del territorio del quartiere Alberone efficace al mantenimento delle attività illecite, con il recupero di asfissianti interessi usurari».

La famiglia della cosca di 'ndrangheta di Gioia Tauro

La pericolosità degli usurai sta nel modo in cui operano. «I tre fratelli Piromalli – scrive il Gip – al fine di imporre la loro caratura criminale nel quartiere Alberone» hanno «fatto ricorso alla omonimia con la nota cosca di 'ndrangheta di Gioia Tauro, sottolineando i continui viaggi fatti in Calabria. L'abusivo esercizio dell'attività di credito, oltre a far ottenere ai Piromalli un illecito profitto, ha fornito loro anche l'occasione per radicare la loro immagine nel quartiere Alberone, imponendosi quali persone cui 'si deve portà rispettò 'con cui è meglio non avere a che farè». Ora sono agli arresti dei poliziotti della Squadra Mobile, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dal Pool antiusura della Procura di Roma.

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Il Messaggero