Donna coraggiosa fa arrestare il suo aguzzino: va all'appuntamento con un microfono collegato ai carabinieri

L'uomo accusato di estorsione e usura è stato arrestato: l'incubo era iniziato nel marzo scorso, con un prestito da 20.000 euro

Donna coraggiosa fa arrestare il suo aguzzino: va all'appuntamento con un microfono collegato ai carabinieri
Un uomo di Ardea, di origine bosniaca, è finito in carcere con l'accusa di usura ed estorsione. A farlo arrestare è stata la sua vittima, una donna del posto,...

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Un uomo di Ardea, di origine bosniaca, è finito in carcere con l'accusa di usura ed estorsione. A farlo arrestare è stata la sua vittima, una donna del posto, che con coraggio si è presentata all'ennesimo appuntamento con indosso un microfono. Ad ascolare la conversazione, pronti a intervenire, c'erano i carabinieri di Anzio, coordinati dalla Procura di Velletri.

L'incubo era iniziato nel marzo scorso, con un prestito da 20.000 euro. Il bosniaco si era fatto ridare sia il capitale sia interessi astronomici. Col passare del tempo la donna gli aveva riversato 53.000 euro, ma a lui non bastava: ne voleva altri 27.000 e per questo l'aveva anche minacciata di ritorsioni verso di lei e i suoi genitori. A quel punto la vittima ha preso il coraggio in mano. Si è presentata dai carabinieri e ha denunciato l'usuraio.

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Le manette sono scattate qualche giorno fa grazie alla determinazione della donna, che ha incontrato il bosniaco davanti a un negozio di ferramenta nella periferia di Ardea. Si è presentata all'appuntamento con 500 euro, in precedenza fotocopiati dai carabinieri, e un microfono nascosto tra i vestiti, collegato con una postazione dei militari dell'Arma.

L'operazione coordinata dal sostituto procuratore di Velletri Ambrogio Cassiani è scattata al momento del pagamento. I carabinieri hanno arrestato il bosniaco con l'accusa di usura ed estorisione e l'hanno portato in carcere. Stamattina il giudice del tribunale di Velletri ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare dell'indagato in attesa del processo.

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Il Messaggero