La lunga maratona dell'Aula termina con i palloncini colorati lasciati liberi in aria in piazza del Campidoglio: da oggi Roma ha il registro delle unioni civili. Una fatica...
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Non è stato un pranzo di gala, visti anche i parapiglia di ieri.
Il dibattito in Aula è stato infuocato con pezzi di centrodestra che hanno denunciato la pagina buia di Roma, e il centrosinistra che rivendicato la scelta moderna e in linea con il resto dell'Europa. In aula alcuni testimonial dalle battaglie Lgbt: Nichi Vendola, governatore della Puglia e leader di Sel, l'ex deputata di Vladimir Luxuria, l'attrice Eva Grimaldi.
Poco prima dell'una il voto decisivo, seguito dall'abbraccio degli attivisti arcobaleno presenti in sala, sotto gli occhi contenti del sindaco Ignazio Marino. Che poi ha commentato: «Ci aspettiamo che il prossimo passo arrivi da una legge nazionale che, così come affermato autorevolmente dal presidente
del Consiglio Matteo Renzi, sarà votata entro i primi mesi del 2015». Vista la gazzarra dei giorni scorsi in consiglio comunale Marino ha accusato la destra «di non conoscere i sentimenti del Paese».
Accusa non rivolta a Sveva Belviso, leader dell'Altra destra, che ha spaccato ancora di più l'opposizione votando sì: «Noi non siamo bigotti».
I locali, abitualmente utilizzati per la celebrazione dei matrimoni civili come la Sala Rossa, potranno essere utilizzati dalle coppie che ne faranno richiesta. È quanto prevede la delibera sulle unioni civili
approvata. Che prevede consentirà di inserire automaticamente i matrimoni gay contratti all'estero nel registro delle unioni civili di Roma Capitale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero