Spezzare l'accerchiamento culturale. Era il suo pensiero fisso. Naturale che ne scaturisse l'amore per l'ascolto, per il jazz, e quindi per ciò che è...
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Appassionato di Celine, raccolse le disposizioni testamentarie di Julius Evola, Rubei è stato anche dirigente nazionale del MSI. Filippo La Porta ricorda che amava il misticheggiante "L’arpa birmana", orientato a uno spirito buddhista non-violento, e che disprezzava i "Berretti verdi" di John Wayne, che invece adorava Gianfranco Fini.
Alla casa del jazz per la cerimonia della targa c'era lo stato maggiore della destra capitolina, che oggi è Fratelli d'Italia. C'era il consigliere regionale Fabrizio Ghera, il deputato Federico Mollicone, il consigliere capitolino Andrea De Priamo, Stefano Tozzi del Municipio I, l'ex sindaco Gianni Alemanno. Rubei fu lo storico segretario della Sezione Monteverde e creò tanti piccoli circoli culturali e di musica dirigendo il settore delle Iniziative Parallele. È tra i fondatori e gli organizzatori dei famosi Campi Hobbit nelle tre edizioni del 1977, 1978 e 1980. Nel gennaio del 1983 inaugura l' "Ora di Musica" che dava la possibilità a tutti gli studenti romani di esibirsi per due giorni sul palco del Teatro Tenda. Nel 1984 fonda l’Alexanderplatz Jazz Club, considerato tra i migliori 100 jazz club al mondo. Rubei ha portato a Roma Chet Baker, Chick Corea, Wynton Marsalis, Ray Brown, Tony Scott, Benny Golson, Billy Higgins, Michel Petrucciani, Michael Brecker, Joshua Redman, Joe Lovano e tanti altri. Nel 1986 inizia la collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, durata fino al 1990, per la direzione del Roma Jazz Festival al Teatro Olimpico. Era uno che parlava a tu per tu con l'assessore Gianni Borgna perché per nulla spaventato dal confronto con l'avversario politico. Nel 2011 è diventato direttore artistico della Casa del Jazz di Roma fino al 2014.
Dietro alla targa c'è il lavoro dei consiglieri di Fratelli d'Italia che in Municipio I hanno avanzato la richiesta di ricordarlo. «La Politica è Radici - scrivono Stefano Tozzi e Andrea De Priamo di FdI - Per un nuovo Sentimento Popolare.
E per capire quanto Roma, e il jazz, debbano a lui basti pensare che l'attuale assessore alla cultura Luca Bergamo alla cerimonia ha citato i Campi Hobbit di Giampiero Rubei, quando riflettendo sul senso e i luoghi di appartenenza (all'epoca c'era chi veniva relegato nelle "fogne") diceva: «Bisogna trovare il modo di spezzare l'accerchiamento culturale e la musica è il mezzo giusto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero