Lo scontro ormai è frontale. Il direttore generale di Atac, Marco Rettighieri, attacca la giunta Cinque stelle, in particolare l'assessore ai Trasporti, Linda Meleo e...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Cosa ha scritto il diggì di Atac, nella lettera spedita ieri alla Meleo? Che «è nel diritto di questa amministrazione mutare la governance dell'azienda. E su questo non ho nulla da dire». Tradotto: se i fondi per la metro A non arrivano e si procede «per ultimatum», e soprattutto se il Comune vuole «agire su operazioni di personale», lui è pronto a farsi da parte.
Ma c'è una polemica nella polemica, perché la missiva, spedita per conoscenza anche alla Commissione Trasporti del Senato, è stata anticipata dal senatore Pd Stefano Esposito, che ha parlato di «un quadro scandaloso del modo di operare della Raggi su Atac». La Meleo ha risposto via Facebook: «È grave che uno scambio di comunicazioni interne tra Campidoglio ed Atac sia reso pubblico da un senatore Pd, che ne strumentalizza i contenuti. Giochini tipici della vecchia politica». E ancora: «Il dato del 95% dei treni ce lo ha detto il diggì. I fondi sono stati stanziati».
GLI INCARICHI
L'ultima puntata di un botta e risposta che ha avuto inizio quando l'assessore Meleo ha chiesto di avere una «visione preventiva sui cambiamenti della macrostruttura», vale a dire gli spostamenti dei dirigenti. Una mossa che negli uffici dell'assessora considerano «di buon senso, essendo il Comune azionista unico di Atac», ma che al diggì non è andata giù. E ieri ha espresso tutto il suo «disappunto», sostenendo che «lo spostamento di alcune persone all'interno di un'azienda non può essere influenzato da ingerenze esterne».
Il manager poi è entrato nei particolari, alludendo a una telefonata di lunedì proprio con la titolare dei Trasporti su uno spostamento specifico. «Ho parlato con la persona interessata - scrive Rettighieri - a cui ho dato motivazioni sufficienti e non vedo l'opportunità di esprimere riserve su questa azione, come da Lei sostenuto molto sui generis». Ma chi sarebbe il dirigente trasferito,che avrebbe originato la diatriba? A leggere il bollettino degli ordini di servizio, spunta il nome di Federico Chiovelli, rimosso dal vertice della ferrovia Roma-Viterbo. «È un simpatizzante Cinquestelle», maligna qualche collega.
LE RISORSE
Resta poi il nodo dei fondi per la metro A, i 18 milioni stanziati dalla giunta con la delibera del 12 agosto. «Non sono disponibili perché nessun bonifico è stato effettuato da Roma Capitale verso Atac», scrive Rettighieri. «E nessun appalto può essere iniziato senza avere assolto tutta la procedura». Dal Comune forniscono una versione diversa: i fondi ci sono e verranno liquidati alle ditte, ma solo dopo l'esecuzione dei lavori. A cantieri chiusi. Cantieri che nel frattempo procedono a rilento, anche se «Atac ha iniziato gli interventi» che però non termineranno «prima di fine settembre, al massimo i primi di ottobre». Ma va chiarito un aspetto non proprio secondario: le risorse sbloccate dal Campidoglio dovranno poi essere rimborsate dalla municipalizzata o no? «Il tipo di finanziamento pone alcuni dubbi», evidenziano i vertici dell'azienda.
BOICOTTAGGIO
Ma l'allerta manutenzione che lanciano da via Prenestina riguarda anche il servizio bus: «L'altro malato all'interno di Atac». Scrive il diggì: «Il trasporto di superficie vede quotidianamente numeri ragguardevoli di vetture che rientrano per guasti, anche per motivi noti ed esogeni rispetto ad Atac (sindacati)», vale a dire il presunto boicottaggio su cui stanno indagando alcune inchieste interne. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero