I romani che cercano gli Ufo: nel parco di Veio a guardare il cielo

Gli appassionati di ufologia, quelli convinti che gli extraterrestri ci stiano spiando dal cielo e forse siano già sbarcati sulla Terra, ce li immaginiamo come picchiatelli...

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Gli appassionati di ufologia, quelli convinti che gli extraterrestri ci stiano spiando dal cielo e forse siano già sbarcati sulla Terra, ce li immaginiamo come picchiatelli che guardano in aria, pronti a scambiare un aeroplanino di carta per un’astronave. Invece esiste un tipo di ufologo assai diverso, ben rappresentato dagli iscritti al Centro ufologico nazionale (Cun), associazione che a Roma conta una cinquantina di iscritti.

Per esempio Riccardo Protani, referente del Cun nella Capitale, quando si parla di Ufo mostra un approccio prudentissimo e in qualche modo scientifico: «Le segnalazioni sono tante, ma nel 95 per cento dei casi le immagini che ci arrivano non hanno proprio nulla di extraterrestre: sono chiaramente riflettori dei locali, lanterne cinesi, droni. Quando lo diciamo a chi ce le ha inviate spesso veniamo insultati, ci accusano di essere collusi con i servizi segreti. Ma noi non diciamo alla gente quello che vuole sentirsi dire».

I soci del Cun si dedicano al restante 5 per cento di casi che, secondo loro, merita di essere indagato. Roma peraltro è la città in cui avvengono più avvistamenti, alcuni episodi sono stati studiati dalle autorità statunitensi (come il disco volante che nel 1963 si sarebbe avvicinato all’auto del presidente Segni, a Castel Porziano). L’impressione è che per i seguaci dell’ufologia la ricerca dei marziani sia innanzitutto un modo per socializzare: «Prima del Covid andavamo a Veio, luogo di importanti avvistamenti nel passato. Si trascorreva la notte nel parco con il telescopio, si parlava. Speriamo di poterlo rifare presto».

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Il Messaggero