Provate a girare su una sedia a rotelle per capire l’inferno che vivono i disabili a Roma tra sosta selvaggia ...
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e barriere architettoniche
@antincivili
«Inps. Visite invalidità civile». La targa è sulla strada, all’ingresso del palazzo, in via dei Laterani 12. Ma come la mettiamo con i gradini? La signora di 80 anni è stata convocata qui. «Con riferimento alla sua domanda di invalidità civile L. 104/92 le comunichiamo che la visita medica è stata fissata il giorno….alle ore…..presso la commissione medica sita in via dei Laterani 12. Cordiali saluti. Il responsabile Uoc/Uos». E i gradini? Chi accompagna la signora sulla sedia a rotelle lì per lì pensa a uno sbaglio. Controlla il messaggio dell’Inps, l’indirizzo, torna a dare un’occhiata alla targa.
È tutto ok, tranne che la signora in quell’ufficio non può entrare. Quei maledetti scalini la tagliano fuori, impossibile provare a trascinare la carrozzina sul marmo. E dire che qui si presentano solo persone che qualche problema ce l’hanno. L’Inps li invita nei suoi uffici e poi li blocca a pochi metri dall’ingresso. «Scusate, ma io come faccio a entrare con la signora sulla sedia a rotelle?». Vada all’altro ingresso, in via dell’Amba Aradam. C’è da camminare. Semplice per chiunque, complicatissimo per una ottantenne che non si muove. Come è possibile che non ci sia uno scivolo nell’edificio dove si tengono le visite per l’invalidità? Non bastassero già i marciapiedi bloccati dalle auto, i parcheggi rubati, le buche in cui le ruote sprofondano. Barriere di tutti i giorni, l’unico ostacolo che l’accompagnatore della signora non aveva previsto era quello della burocrazia un po’ troppo disattenta.
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Il Messaggero