Maltrattata dal marito, lo fa uccidere: la donna ha “ingaggiato” il fratello per inscenare una finta rapina in casa

L'incredibile caso ai Castelli Romani: la donna ha fatto venire il fratello dall'Albania (insieme a dei complici) per far assassinare il marito violento

Maltrattata dal marito, lo fa uccidere: la donna aveva “ingaggiato” il fratello per inscenare una finta rapina in casa
Maltrattata e vessata in casa a 33 anni e con tre figli una vita difficile da mandare avanti, poi lo sfogo con il fratello che insieme ad altri due complici lo ha ucciso...

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Maltrattata e vessata in casa a 33 anni e con tre figli una vita difficile da mandare avanti, poi lo sfogo con il fratello che insieme ad altri due complici lo ha ucciso inscenando una finta rapina. A dicembre l'omicidio di Petrit Caka a Rocca Priora è sembrato uno di quei gialli che finiscono per diventare "casi freddi" fino a quando, qualche giorno fa, sono stati spiccati quattro mandati di arresto. La mandante sarebbe proprio la moglie della vittima. Nei giorni scorsi, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati diretto dal maggiore Pierpaolo Pinnelli, hanno arrestato quattro persone accusate del l'omicidio di Caka, 49 anni albanese, avvenuto il 13 dicembre nel paese più alto dei Castelli Romani, in via del Sassone, nel centro. Si tratta di una donna e tre uomini, tutti di nazionalità albanese tra i 27 e i 33 anni. Le indagini, coordinate dalla Procura di Velletri, sono partite immediatamente e a collaborare alla risoluzione del caso sono stati anche i carabinieri della stazione di Rocca Priora.

Mariella Marino uccisa in strada a colpi di pistola ad Enna, arrestato l'ex marito. L'uomo era già stato denunciato

 

IL DELITTO

Lo scenario che hanno trovato i militari era raccapricciante: la vittima riversa sul pavimento, aveva un coltello infilzato in testa. Lo aveva trovato sua moglie al rientro in casa dopo aver lavorato come donna delle pulizie. È lei ad aver chiamato i carabinieri e i soccorsi. I carabinieri l'hanno ascoltata in caserma: la donna è apparsa disperata, sorpresa, ha anche raccontato che circa cinque anni fa sporse una querela nei confronti del marito per maltrattamenti ma poi il giorno seguente la ritirò. La donna omise di dire che il fratello il giorno prima della morte del marito era arrivato dall'Albania e la sera del giorno dell'omicidio era tornato al suo paese. I carabinieri si sono subito insospettiti. Tramite verifica delle immagini delle telecamere hanno ricostruito gli spostamenti dei parenti prima e dopo il delitto. È emerso che la vittima conoscesse il proprio carnefice perché in casa non c'erano segni di effrazione. Il cognato con l'aiuto di un amico aveva infatti inscenato bene la rapina. Era entrato con il volto travisato e i guanti e non aveva lasciato tracce. Le immediate attività dei carabinieri hanno consentito, infatti, di ricostruire i movimenti degli indagati e di individuare anche l'auto utilizzata e i tragitti percorsi. Poi gli investigatori hanno ricostruito il ruolo degli indagati di cui alcuni con precedenti penali in Albania.

 

IL MOVENTE

La moglie della vittima è gravemente indiziata di essere la mandante del delitto maturato anche a causa dei maltrattamenti che la donna ha subito negli anni. Così, stanca di quella condizione ha raccontato tutto al fratello, il quale, in compagnia di un complice, aveva raggiunto l'aeroporto di Roma Fiumicino dall'Albania due giorni prima dell'omicidio. I due ora sono accusati di avere inscenato una rapina in abitazione e di aver ucciso violentemente Caka. Dopo l'omicidio, lo stesso  giorno, sono rientrati in Albania con un aereo e grazie all'aiuto di un altro ragazzo albanese. Grazie alla condivisione delle informazioni in possesso, la moglie e due dei tre soggetti albanesi sono stati fermati in Italia. La donna è stata trovata all'interno di una nuova casa a Rocca di Papa, uno dei due giovani, invece, stava imbarcandosi da Bari su una nave diretta a Durazzo. È lì che è stato fermato, grazie alle indicazioni dei carabinieri di Frascati, dalla polizia di Frontiera di Bari. L'ultimo arrestato, invece, è stato fermato mentre viaggiava in auto nei pressi della via Cassia. Il cognato della vittima invece è ricercato con un mandato di arresto europeo sia in Italia che in Albania in la stretta sinergia tra carabinieri e Interpol.
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Il Messaggero