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La telefonata a casa, diverse settimane fa, alle prime ore del mattino. L'ennesima truffa. «Pronto, signora, sono un maresciallo. Suo figlio ha avuto un incidente, deve correre in ospedale». La voce è quella di un truffatore - un giovane italiano - mentre chiama l’abitazione della signora Anna, nel quartiere Prati. «Ho risposto e mi sono spaventata tantissimo», racconta l’anziana donna al Messaggero. «Ero nel panico, ma ho chiuso immediatamente la conversazione perché ho capito di trovarmi di fronte ad un raggiro». «Poi - prosegue il racconto Anna - ho chiamato mio figlio Gilberto dal telefono di casa e quando ho alzato la cornetta il truffatore era ancora in linea. Ho chiuso nuovamente, ho preso il cellulare e mi sono messa in contatto con mio figlio. E per fortuna mi ha rassicurata sulle sue condizioni». La donna in pochi istanti è riuscita a sventare un colpo, l'ennesimo nella Capitale. «Sono vedova da tantissimi anni e abito da sola. Ora - conclude Anna - proverò a cambiare il numero, ma tanto se vogliono colpiscono lo stesso».
Da inizio anno sono state tantissime - soprattutto le persone anziane - ad essere colpite dalle telefonate di finti avvocati o poliziotti, ma in realtà veri e propri imbroglioni senza alcuno scrupolo, pronti ad estorcere denaro ai malcapitati con l'alibi di incidenti provocati dai parenti stessi. I truffatori prendono di mira una città, oppure un quartiere e avvalendosi degli elenchi telefonici iniziano a chiamare decine di anziani e si spacciano per rappresentanti delle forze dell'Ordine o pseduo avvocati. I militari consigliano sempre - in particolare alle persone che vivono sole - di non apire mai la porta agli sconosciuti e nemmeno offrire denaro a coloro che affermano di essere funzionari di Enti pubblici o appartenenti ad altri cariche.
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Il Messaggero