Truffa sui corsi professionali di Confcommercio: sequestri per 5 milioni

Truffa sui corsi professionali di Confcommercio: sequestri per 5 milioni
Corsi di formazione professionale ad opera di Confcommercio Roma e degli enti ad essa collegati finanziati con soldi pubblici e mai realizzati o portati a compimento solo in modo...

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Corsi di formazione professionale ad opera di Confcommercio Roma e degli enti ad essa collegati finanziati con soldi pubblici e mai realizzati o portati a compimento solo in modo parziale. È questo l'oggetto di un'inchiesta del pm di Roma Laura Condemi sfociata oggi nel sequestro di oltre cinque milioni di euro tra disponibilità finanziarie e di beni immobili riconducibili a 12 tra dirigenti attuali ed ex di Confcommercio di Roma nonché ed imprenditori. Truffa aggravata ai danni dello stato il reato ipotizzato, tra gli altri, nei confronti dell'ex presidente dell'organo di rappresentanza dei commercianti Cesare Pambianchi e del successore Giuseppe Roscioli. Ad eseguire il sequestro dei beni i finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria.


Al centro dell'inchiesta i finanziamenti erogati tra il 2012 ed il 2014 dal «For.Te» (Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la Formazione Continua nel Terziario) per 21 corsi di aggiornamento professionale. Il fondo, creato con apposito decreto del Ministero del Lavoro, è alimentato con risorse provenienti dalla contribuzione previdenziale obbligatoria gestita dall'Inps ed è dedicato alla sovvenzione della formazione continua dei dipendenti delle imprese operanti nel settore del terziario che vi aderiscono. In particolare, nel corso degli accertamenti, è stata rilevata la presenza, nell'ambito delle spese per corsi di formazione al personale, di cospicue quote di costi in tutto o in parte inesistenti, in quanto poste a giustificazione di attività mai espletate, oppure svolte solo parzialmente. Le risultanze investigative acquisite dalla Guardia di Finanza, in seguito alle attività di intercettazione, perquisizione, riscontro documentale ed alle audizioni di personale dipendente degli enti coinvolti, hanno quindi fatto emergere un quadro di gravi e reiterate irregolarità nella gestione dei contributi pubblici ricevuti.

I corsi di formazione in questione, aventi come destinatari i medesimi dipendenti di Confcommercio Roma, si sarebbero tenuti solo in parte e con un cospicuo aggravio di costi. Gli accertamenti hanno fatto emergere come tali costi fittizi sarebbero stati soprattutto riconducibili ad attività di supporto alla formazione, come ad esempio la selezione dei partecipanti, il monitoraggio delle ore, il tutoring.


Confcommercio Roma in una nota ricorda come il commissariamento di Confcommercio Roma e di Confcommercio Lazio seguì l'inchiesta della Procura di Roma e «in discontinuità con il passato, l'attività del commissariamento ha nominato nuovi organi di governo in tutte le società e gli enti partecipati da Confcommercio Roma e Lazio». Per quanto riguarda la società Promo.ter, oggetto dell'inchiesta, è stato affidato l'incarico di Amministratore unico «ad un professionista esterno all'associazione e iscritto all'albo dei dottori commercialisti e la certificazione dei piani formativi ad un professionista esterno munito dei requisiti di legge».
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Il Messaggero