Vendevano on line piscine e cellulari: ma era tutta una truffa. Prendevano i soldi e sparivano. E alle vittime che osavano minacciarli dicendo che sarebbero andati dalle forze...
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L'attività investigativa condotta dai carabinieri è iniziata nel mese di settembre 2017 e ha permesso di svelare le attività del gruppo criminale, durante il periodo di 2 mesi nei quali è stato possibile ricostruire 156 truffe. I 5 indagati avevano confezionato sui più famosi siti on line diversi annunci con i quali pubblicizzavano la vendita, a prezzi convenienti, di apparecchiature elettroniche, telefoni cellulari, piscine da esterno, assicurando la spedizione del materiale previo pagamento mediante la ricarica di alcune carte prepagate. L'acquirente, dopo aver concordato il prezzo, effettuava il pagamento mediante la prevista ricarica senza però ricevere la merce ordinata.
A questo punto, il compratore si preoccupava di contattare più volte il sedicente venditore il quale all'inizio avanzava dei dubbi sulla ditta incaricata della spedizione mentre in altri casi, in considerazione delle pressanti richieste di rimborso avanzate dalle vittime, le minacciava.
L'identificazione del capo del gruppo criminale, è stato possibile anche grazie all'intraprendenza di una donna vittima della truffa che in un caso, dopo essere stata minacciata, ha sporto denuncia ai carabinieri conservando l'audio della conversazione intrattenuta con il falso venditore. Lo stesso file, una volta acquisito dai carabinieri, è stato inviato al Ris di Roma per il confronto della voce con un altro file, registrato dai militari durante un colloquio con il falso venditore. L'esito degli accertamenti del Ris di Roma, ha di fatto accertato l'identificazione del soggetto. A carico dei 5 destinatari della misura cautelare, è stata contestata anche l'aggravante prevista dall'articolo 61 del codice penale, tipico delle cosiddette «truffe on line», in considerazione della posizione di forza dimostrata dagli autori del reato in relazione alle vittime che utilizzando la piattaforma di internet, non sono posti in condizione di verificare preventivamente l'identità del venditore nè tanto meno il prodotto da acquistare. Le truffe commesse hanno interessato diverse centinaia di vittime residenti in diverse regioni italiane molte delle quali non hanno sporto querela in considerazione delle reiterate minacce poste in essere dal gruppo o dalla mancanza di fiducia in merito alla possibile identificazione del falso venditore. Il giro di affari accertato dalle indagini e relativo a soli due mesi è stato di circa 25.000 euro. Gli arrestati sono tre uomini e due donne, mentre resta indagata in stato di libertà, una sesta persona. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero