Truffa del pacco postale agli anziani di Roma, irruzione dei carabinieri nel "covo" a Casoria (Napoli): sei arresti

La gang aveva allestito un "call center" in cui agganciava le vittime

Truffa del pacco postale agli anziani di Roma, irruzione dei carabinieri nel "covo" a Casoria (Napoli): sei arresti
La centrale operativa della banda di truffatori di anziani era stata allestita in un garage di un condominio di Casoria, comune alle porte di Napoli. Quando i carabinieri del...

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La centrale operativa della banda di truffatori di anziani era stata allestita in un garage di un condominio di Casoria, comune alle porte di Napoli. Quando i carabinieri del Nucleo Operativo di Trastevere hanno fatto irruzione sabato scorso, il call center era in piena attività con i cinque centralinisti impegnati ad agganciare le vittime dall'elenco telefonico delle pagine bianche, ad annotare le generalità e il numero di telefono dell'anziano, vittima della truffa a Roma. Nel blitz, insieme ai cinque centralinisti campani, è finito in manette anche il sesto complice incaricato di mettere a segno il raggiro nella Capitale: il finto addetto delle poste che, per conto del finto nipote, andava a incassare la somma richiesta per un pacco postale in attesa di ritiro. «In realtà - spiegano i militari - è stato proprio seguendo il complice nella Capitale, incaricato di concludere la truffa nelle abitazioni delle anziane vittime, siamo stati in grado di ricostruire l'intera rete attivata dalla banda poi finita in manette». Un sistema collaudato nel tempo per un giro d'affari da migliaia di euro con gli anziani depredati di oro, contanti, carte di credito e bancomat.

IL RAGGIRO

Per tutti i componenti della banda campana l'accusa è reato di truffa aggravata in concorso. E un'inchiesta, quella sulle truffe agli anziani, che continua ad allargarsi: dal 2023 sono stati 49 gli arresti e 28 le denunce. Con gli investigatori impegnati a ricostruire la fitta rete di collegamenti, le procedure e i sistemi adottati dai banditi. In questo caso, la svolta nelle indagini è arrivata incrociando i dati degli ultimi due colpi messi a segno tra il 12 febbraio e il 2 marzo. Il primo nel quartiere Tomba di Nerone, dove i carabinieri sono riusciti a intervenire mentre il truffatore era ancora in casa dell'anziano. L'altro al Pigneto: una pattuglia di carabinieri in borghese erano impegnati in un servizio di controllo, insospettiti da una macchina che dopo aver girato per diversi minuti intorno alla palazzina si è fermata in seconda fila. Hanno quindi atteso e non appena hanno visto uscire l'anziano e consegnare una busta e un sacchetto, sono intervenuti: al volante della macchina, il truffatore che era stato già fermato e denunciato a Tomba di Nerone. I militari hanno avviato indagini e accertamenti a partire dal cellulare del malvivente. Hanno poi seguito le tracce fino al garage nel condominio ricostruendo la rete di contatti e le modalità con cui la banda smantellata ha operato negli ultimi mesi nella Capitale. «Le indagini sugli arrestati proseguono - sottolineano i carabinieri - nei locali del call center abbiamo sequestrato decine di schede sulle vittime e di telefoni su cui verranno eseguiti ulteriori controlli».

L'obiettivo infatti ora è individuare tutte le anziane vittime finite nel gruppo di truffatori. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero