OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Tre incidenti in due giorni e linee tranviarie della Prenestina bloccate ancora una volta. L’altro ieri, un tram rotto in mattinata e poi nel pomeriggio un ramo caduto su un tirante della linea aerea bloccano i tram. Ieri sera, invece, un incidente: un uomo italiano, di 58 anni, che scivola e finisce addosso al tram a piazzale Prenestino, di fronte il deposito dei tram Atac di Porta Maggiore. Ambulanza, codice rosso ma nessun pericolo di vita, un codice rosso “da dinamica” del sinistro. Eppure, mentre i bus continuavano tranquillamente a passare, i tram sono rimasti fermi. L’annuncio di Atac, via twitter, arriva intorno alle 20.30 della sera di martedì, una mezz’ora circa dopo l’incidente. I mezzi su rotaia, poi, ripartono poco prima delle 22. La condizione naturale dei tram, “mezzi a guida vincolata”, è questa: un sinistro, per quanto lieve, arresta tutta una linea. Residenti e pendolari: «Non ne possiamo più».
IL TERMINI-VATICANO-AURELIO
Incidenti che succedono spesso ma più frequentemente proprio dove il tram marcia in mezzo al traffico normale: «esattamente quello che il Comune vorrebbe fare creando la linea Termini-Vaticano-Aurelio, la Tva», dicono sconsolati i passeggeri appiedati. «L’8 si ferma e lo sostituiamo con i bus. Quelli della Prenestina, lo stesso. Il 2 anche. I tram non funzionano in una città come Roma. Togliamoli definitivamente e sostituiamoli con gli autobus elettrici invece di creare un nuovo tram, in mezzo al punto più delicato della città, con tutte le peggiori caratteristiche di quelli esistenti», affermano Maria Luisa e Piero, studente di ingegneria lui e di architettura lei alla Sapienza.
PRECEDENTI E CAUSE
Mezzi vecchi: poco più di una metà dei 120 tram che formano la flotta Atac è composta da vecchi tram Stanga, quelli monodirezionali, acquistati dal 1947, all’indomani della seconda guerra mondiale. L’altra metà è composta dai Socimi, quelli squadrati bidirezionali, entrati in servizio per i mondiali di calcio del 1990. Gli ultimi, i Fiat delle serie Roma 1 e Roma 2, sono quelli comprati per il Giubileo del 2000. Il più nuovo fra questi mezzi ha superato i 20 anni di età. Il più vecchio ha superato i 75 anni di età e, paradossalmente, è anche quello che ha tenuto in piedi la rete tranviaria meglio degli altri il cui peso, 54 tonnellate, risulta inadatto per binari e scambi per cui frenate e accelerazioni consumano ruote e binari, provocando, per inciso, quel fastidioso e persistente stridio di cui si lamenta chi abbia la casa sopra i binari. Gli Stanga invece, meno della metà del peso di un jumbo tram, presentano una usura minore di ruote e binari (anche se lo stridio rimane) e così, mentre fra il 2019 e il 2021 Socimi e Fiat Roma entravano in officina per rifare le ruote, riducendo la flotta tranviaria circolante a una metà di quella prevista su carta, erano gli Stanga a far rimanere a galla i tram di Roma.
Età dei mezzi e la scarsa manutenzione ordinaria che il Comune da decenni non riesce a garantire né per i mezzi né per binari e linea elettrica aerea sono fra le cause dei numerosi incidenti.
Come quello accaduto proprio fra piazzale Prenestino e Porta Maggiore il 30 maggio scorso: in tarda serata, un Fiat Roma uscì dai binari, bloccando tutti i mezzi per un paio d’ore. Alla fine, il Comune fu obbligato a rifare i binari per evitare altri incidenti. Nella stessa zona di Porta Maggiore, poco distante, altro giro altro sviamento: in zona scalo San Lorenzo, stavolta un bullone, secondo Atac, fece uscire una vettura dai binari.
Poi c’è il capitolo alberi: altra manutenzione che andrebbe fatta con costanza e che si fa una tantum. Albero sull’8 una volta a via Arenula un’altra a viale Trastevere e in ognuna di queste occasioni, mezzi fermi in mezzo alla strada per ore.
Infine, gli incidenti fra altri veicoli che finiscono per bloccare i tram. Come, sempre sull’8, qualche giorno fa: uno scontro fra due macchine a viale Trastevere. Una delle due finisce su un semaforo che si piega e finisce sul percorso del tram. Con la linea che, ancora una volta, finisce per fermarsi in blocco. Mentre un bus si sarebbe semplicemente allargato, passando senza alcun problema. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero