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MEZZO VECCHIO
Ci sono i gommisti a fianco alla Conad: «Il tram è vecchio. Ci passano alcuni di quelli vecchi pieni di pezzi arrugginiti. E quelli nuovi sono enormi. Qui siamo in discesa e quando arrivano al semaforo a largo Preneste frenano e anche se stiamo abbastanza distanti le vibrazioni si sentono», dice Franco mentre aspetta che le gomme nuove siano montate. «Una volta avrei potuto rispondere che il tram ha un qualcosa di romantico. Ma né gli Stanga (i tram del 1947, ndr) né i jumbotram lo sono», spiega dal ferramenta di largo Telese Antonio, pensionato.
«Quelli di una volta erano carini, coi sedili in legno e lo spazio per il bigliettaio», gli ricorda Piero, «ma quelli di adesso di romantico non hanno nulla». «Sì ma a parte il romanticismo, la verità è che è un mezzo di trasporto che si basa su un'idea vecchia ed è inefficiente: quante volte si blocca la linea per un ramo che cade oppure per un piccolo incidente?» rilancia il terzo della comitiva, Paolo.
LA POLITICA
Dopo la presa di posizione dei giorni scorsi di parte della maggioranza in Consiglio comunale - il capogruppo della Lista civica Gualtieri sindaco, Giorgio Trabucco e il presidente della commissione Urbanistica Tommaso Amodeo che hanno chiesto di riportare in Commissione il progetto Termini-Vaticano-Aurelio - anche dalle opposizioni si alza una richiesta di riflessione. «L'inchiesta del Messaggero sui tram sta portando alla luce una serie di problemi: mezzi inefficienti, costosi e che creano problemi di inquinamento acustico, vibrazioni e stabilità dei palazzi», dice Federico Rocca (FdI), presidente della Commissione Trasparenza in Aula Giulio Cesare, che aggiunge: «Il sistema del trasporto pubblico di massa si è basato sempre su un assunto vecchio: per "giustificare" una linea metropolitana occorrono almeno 24mila passeggeri l'ora. Ecco perché qui le metro sono così scarne. Dobbiamo smettere ragionare in termini di singola linea e iniziare a farlo in termini di rete globale: a questo punto, l'Amministrazione comunale ha il dovere di avviare uno studio per ripensare il tram come mezzo di trasporto del XXI secolo e, per la Prenestina, valutare la possibilità di trasportare un numero elevato di persone in poco tempo su una rete, non su una linea singola. Forse anche per la Prenestina può essere arrivata l'idea di ripensare il tracciato del tram portandolo sotto terra. Un tram oggi porta 200 persone. Una metro 1.200 in un tempo molto più breve. Il futuro deve essere sulle metropolitane vere, non sui tram pesanti spacciati per metro leggere».Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero