Rivolta a Torre Maura, polveriera rom: salta la dirigente del Campidoglio

In Campidoglio salta la prima poltrona per la guerriglia anti-nomadi di Torre Maura. Virginia Raggi è «furiosa», dicono a Palazzo Senatorio, e ce l'ha, la...

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In Campidoglio salta la prima poltrona per la guerriglia anti-nomadi di Torre Maura. Virginia Raggi è «furiosa», dicono a Palazzo Senatorio, e ce l'ha, la sindaca, con Michela Micheli, la direttrice dell'Ufficio speciale Rom, Sinti e Caminanti, l'organismo, nato a luglio 2017 per volere della giunta grillina, che deve gestire la chiusura dei campi e il dislocamento delle famiglie. «Ha deciso tutto da sola, senza avvertire nessuno, né noi, né il Municipio interessato - dicevano ieri nell'entourage della prima cittadina - magari formalmente l'atto è incontestabile, ma il metodo sicuramente non ha funzionato, se questi sono i risultati». Per questo Micheli, classe 1970, sarà rimossa. «Ha già chiesto il trasferimento», dicevano ieri a Palazzo Senatorio.


Rom a Torre Maura, Salvini punge Raggi: «Metodo sbagliato». Lei: «Colpa degli uffici»

Raggi ha ordinato una ricognizione interna, per ricostruire la «catena di errori» che ha portato alle proteste di via dei Codirossoni, con le auto date alle fiamme (compreso un mezzo della Sala operativa sociale del Comune), i cassonetti gettati in mezzo alla strada tipo barricate, i pugni e i calci sferrati notte tempo contro i pulmini che hanno portato via i primi 18 rom, scortati dalla Polizia locale in altre strutture del Campidoglio.
 

LE NUOVE STRUTTURE
Dove? Destinazioni top-secret, per evitare altre rivolte gemelle, anche se dagli operatori sul posto trapela che per 9 ospiti è stata scelta l'area di Casalotti. Altre case famiglia che potrebbero essere utilizzate sarebbero sulla Cassia e in zona Pineta Sacchetti. Raggi, con i suoi, ha parlato di una «gestione inqualificabile» dei trasferimenti. I 77 rom arrivati martedì, senza preavviso, a Torre Maura provengono da un centro d'accoglienza poco distante, a Torre Angela, chiuso perché l'appalto di gestione della struttura, un affidamento diretto, era scaduto. Il nuovo centro a Torre Maura era stato scelto invece con una gara europea, a gestirlo una coop. «Ma le modalità dell'operazione sono state chiaramente sbagliate», dicono negli uffici di Raggi.
La pensa allo stesso modo il minisindaco del VI Municipio, Roberto Romanella (M5S): «È stata l'ennesima decisione calata d'alto, non ne sapevo nulla, se mi avessero consultato avrei chiarimento detto che una settantina di nomadi sono troppi per una zona già sofferente come Torre Maura, c'è il rischio di disordini», è lo sfogo di Romanella, raccolto a caldo già martedì notte, mentre l'onda delle proteste cresceva. «I residenti hanno i loro motivi per manifestare, ho subito contattato il sindaco Raggi, non si può pensare di trasferire in una zona con molti problemi altri nomadi, avrebbero dovuto interpellarci, coinvolgerci nella decisione, invece niente».

MALUMORI PENTASTELLATI

Anche Paola Taverna, vicepresidente pentastellata del Senato, ha attaccato l'ufficio Rom del Campidoglio: «La sindaca Viriginia Raggi - ha detto Taverna - ha posto rimedio a quella che è stata una decisione burocratica dell'ufficio rom, che ha colto di sorpresa Comune Municipio». Per la senatrice grillina, «a Torre Maura non ci sono razzisti, è il Municipio con il più alto numero di presidi di accoglienza di tutta Roma, la convivenza è sempre stata pacifica. Ma condivido l'esasperazione di chi, pur avendo sempre dimostrato spirito di accoglienza, ritiene ingiusto sovraccaricare ulteriormente una piccola comunità, già fragile». C'è agitazione, nel M5S, anche perché il VI Municipio era stato uno dei feudi elettorali, alle comunali di tre anni fa: 79% dei voti al ballottaggio. Un record. E ora le speranze tradite si trasformano in accuse a Raggi e alla giunta stellata. L'opposizione intanto attacca. Per Mariano Angelucci, vicesegretario Pd Roma, «il disastro dell'amministrazione Raggi ha messo, ancora una volta, alla prova la tenuta sociale della città».
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Il Messaggero