Pakistano ucciso a Torpignattara, Il gip: Daniel uccise per obbedire alle richieste del padre

Pakistano ucciso a Torpignattara, Il gip: Daniel uccise per obbedire alle richieste del padre
«Ha obbedito alla richiesta del padre». Per il gip Giuseppina Guglielmi, nell'omicidio di Muhammad Shahzad Khan, il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Ha obbedito alla richiesta del padre». Per il gip Giuseppina Guglielmi, nell'omicidio di Muhammad Shahzad Khan,




il pakistano di 28 anni ucciso a calci a Torpignattara da un diciassettenne del quartiere, è stata cruciale l'istigazione di Massimiliano P. L'uomo, a torso nudo, in piena notte, dal balcone al terzo piano, incitava il figlio urlandogli «gonfialo, ammazzalo». Il pakistano, fuori di sé, da ore cantava per strada litanie e recitava le sure del Corano e per l'uomo, arrestato ieri per concorso in omicidio volontario (il figlio era già finito nel carcere minorile), andava punito. «L'immaturità del minore - scrive il gip - la naturale autorità di cui un genitore gode nel rapporto col figlio, e che ragionevolmente anche l'indagato aveva, fanno ritenere che l'incitamento si prestasse ad essere recepito dal minore come una seria richiesta». L'atteggiamento aggressivo del padre e lo stretto legame padre-figlio, per il magistrato, sarebbero l'origine della condotta violenta. Un ordine di un papà eseguito, insomma.

E' una delle testimoni chiave, in una conversazione telefonica intercettata a dire, senza mezzi termini, di aver assistito a «un'aggressione a sangue freddo». «Senza che lo straniero avesse fatto nulla per provocare l'aggressione». Un'azione «di una violenza indescrivibile», sottolinea in un altro passo dell'ordinanza di arresto il gip, riportandosi alla ricostruzione dei militari del nucleo investigativo di via In Selci e del pm Mario Palazzi.



LA DIFESA


Ma l'uomo, un quarantenne nato alla Marranella, noto come «Lullo», prima ambulante in via Sannio e ora gestore di un bar, per giorni, prima dell'arresto, ha smentito la ricostruzione della procura. «Quello straniero ha sputato a mio figlio, gli ha dato uno spintone e allora gli ho detto "gonfialo", per dire difenditi, mica dicevo ammazzalo nel senso di ucciderlo. E' stata una disgrazia. Avrà battuto la testa». L'arrestato, assistito dall'avvocato Michele Mainone, sarà interrogato nel carcere di Regina Coeli entro venerdì. Mentre da un villaggio del Pakistan i genitori e la moglie di Muhammad Shahzad Khan hanno chiesto a un penalista del foro di Roma, di rappresentarli come parti civili. «Sono stravolti dal dolore. Khan era un giovane mite, non aveva ancora mai visto il figlio, nato quattro mesi fa», ha detto l'avvocato Mario Angelelli, «Non capiscono perché è stato ammazzato così, senza motivo, per strada». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero