Tor Sapienza, notte di guerriglia tra residenti e immigrati cassonetti incendiati e lancio di sassi

Tor Sapienza, notte di guerriglia tra residenti e immigrati cassonetti incendiati e lancio di sassi
Notte di guerriglia a Tor Sapienza tra residenti e rifugiati del centro di prima accoglienza. Intorno alle 22, in viale Giorgio Morandi, un gruppo di cittadini ha dato vita a una...

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Notte di guerriglia a Tor Sapienza tra residenti e rifugiati del centro di prima accoglienza. Intorno alle 22, in viale Giorgio Morandi, un gruppo di cittadini ha dato vita a una manifestazione di protesta contro il centro, quando è scaturita una sassaiola tra manifestanti e rifugiati. Sul posto è intervenuta la polizia con il reparto volanti e il reparto mobile in tenuta antisommossa.








La «battaglia» è durata alcuni minuti, tra sassi lanciati e cassonetti incendiati. Nessuna persona, comunque, sarebbe rimasta ferita. A scatenare la nuova protesta dei residenti contro il centro di prima accoglienza, alcune aggressioni avvenute nel quartiere negli ultimi giorni.




Oggi rimane alta l'attenzione delle forze dell'ordine nel quartiere. E intanto, riferiscono fonti di polizia, si sta cercando una mediazione per evitare che la situazione possa degenerare, cercando di dare risposte ai problemi evidenziati dalla cittadinanza. In particolare la rabbia degli abitanti nasce da episodi di furti in auto, in appartamenti e aggressioni che si sono verificati recentemente in zona. Ma anche per il degrado nel quartiere, a partire dalla mancanza di illuminazione all'interno del parco di zona.



Le reazioni «L'esasperazione dei cittadini per l'abbandono delle periferie e per gli effetti della crisi ha trovato lo storico capro espiatorio, il migrante e il rom. Le condizioni di elevato disagio socio-economico stanno provocando forti tensioni sociali nelle periferie - afferma Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio - Purtroppo, all'aumento dei conflitti corrisponde una diminuzione della mediazione sociale e questo fenomeno si presta ad essere strumentalizzato politicamente da gruppi neofascisti, e figure vecchie e nuove dell'estrema destra. Il disagio e il degrado stanno cadendo addosso all'intera società civile: ai cittadini, agli abitanti, ai romani e agli immigrati. Dobbiamo invece incentivare la progettualità sociale nelle periferie, a sostegno di obiettivi di sicurezza salute e dignità per tutti».



Alemanno. «Le immagini della protesta della scorsa notte a Tor Sapienza, con i cittadini scesi spontaneamente in piazza per manifestare contro gli immigrati presenti nel centro di accoglienza sono il termometro di una situazione che la giunta Marino sta inspiegabilmente sottovalutando, ma che in tutta Roma, dalla periferia al centro, sta per esplodere». Lo dichiara Gianni Alemanno. «Il dilagare degli episodi di violenza, non ultima l'aggressione dell'anziano custode di Fidene ridotto in fin di vita da una banda di criminali dell'Est, sta dando vita ad una pericolosissima escalation di proteste da parte di cittadini che rischiano di trasformare le periferie di Roma nelle Banlieue parigine, alimentando una guerra tra poveri - prosegue l'ex sindaco - Su questi temi trovo gravissimo il silenzio e soprattutto il lassismo del sindaco Marino, che non sta affrontando il problema della sicurezza a Roma, lasciando da soli i cittadini».



«La situazione nelle periferie romane sta velocemente degenerando e rischia di esplodere da un momento all'altro. Questa guerra tra poveri però non sembra preoccupare il sindaco Marino che fa passare sotto silenzio questa pericolosissima escalation di proteste. Il suo atteggiamento lassista sembra voler incentivare la trasformazione delle periferie di Roma in quartieri dormitori abbandonati a se stessi. Proprio per questo riteniamo che il sindaco Marino, per la sicurezza delle nostre famiglie, farebbe bene a preoccuparsi meno delle multe e più di questo contesto sociale-cittadino ormai giunto alla deriva. Già tempo addietro avevamo segnalato, in seguito ad un sopralluogo effettuato nei suddetti quartieri, il degrado che imperversava». Lo dichiarano in un comunicato congiunto Luciano Ciocchetti, Ignazio Cozzoli e Pietro Sbardella. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero