Tor Sapienza, il sindaco a pranzo dai residenti: «Continueremo a lavorare per il quartiere»

Il pranzo del sindaco (foto Rizzo/Toiati)
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ROMA - Lasagne, coratella e abbacchio alla scottadito. Ecco lo speciale menu di Natale preparato per il sindaco Ignazio Marino da una famiglia di Tor Sapienza. E' stato praticamente un blitz, perché nessuno sapeva che oggi il primo cittadino sarebbe stato ospite a casa di Catia e Dino, in un appartamento in viale Giorgio Morandi.










«Nell'ultimo incontro avuto in Campidoglio la settimana scorsa mi avevano invitato e io ho accettato, ho pensato che fosse un'ottima occasione per parlare dei progetti che il Comune ha per Tor Sapienza, e di quanto vogliamo investire nei servizi per le periferie nel bilancio 2015» ha detto il sindaco che è tornato nel quartiere al centro della protesta contro gli immigrati del centro Un sorriso di viale Giorgio Morandi.



L'ULTIMA VISITA - Un'accoglienza ben diversa dall'ultima volta, quando, il 14 novembre, venne contestato subito dopo gli scontri davanti al centro nella notte tra il 10 e l'11 novembre. I residenti hanno riconosciuto che alcuni passi in avanti sono stati fatti, ma i problemi da risolvere sono ancora tanti.



IL PRANZO - «I primi led messi a Roma ce li avete voi di Tor Sapienza e la cupola di San Pietro» ha scherzato il sindaco con la famiglia che li ha ospitati ai quali ha portato un panettone come dono di Natale. Il pranzo è durato diverse ore: lasagne, coratella con carciofi, abbacchio alla scottadito, patate, pollo arrosto e tanti dolci. Poi, al momento del caffè, è stata inviatata in casa una delegazione del Comitato di quartiere Morandi-Cremona.



I DISAGI - «Potature, illuminazione, roghi tossici e lo stato delle abitazioni Ater sono state al centro del dibattito avuto con il sindaco» racconta Sandra Zammataro, presidente del comitato, l'Angelina di Tor Sapienza in prima fila durante le manifestazioni degli ultimi mesi. Dall'altra parte della strada, intanto, luci accese nel centro profughi che era stato al centro delle proteste. Dei 70 immigrati ne sono rimasti una decina. «La promessa da parte del Comune è che arrivino anche mamme e bimbi in difficoltà nel centro - dice Zammataro - il Comune ha dimostrato di voler migliorare le cose nel quartiere, ha proceduto alla potatura degli alberi e risolto in alcune vie il problema dell'illuminazione».



ROGHI TOSSICI E PROSTITUZIONE - Restano gli altri problemi, primo fra tutti la gestione del campo rom di via Salviati, poi i roghi tossici nei presi del campo che continuano ad annerire il cielo di Tor Sapienza e la prostituzione. «Certamente non ci possiamo fermare qua - ha detto il sindaco - Dobbiamo ridurre la concentrazione abitativa nei campi Rom di Salviati 1 e Salviati 2 e affrontare anche i gravi problemi del disagio, come per esempio la prostituzione». La scorsa settimana un accampamento abusivo nel parco di Tor Sapienza era stato sgomberato.



LE RICHIESTE - Il comitato vuole estendere il tavolo di concertazione avviato da tempo con il sindaco «cercando di coinvolgere anche l'Ater per la ristrutturazione delle case popolari, il ministero dell'Interno e la prefettura». Al centro del complesso Ater dove abitano circa 400 famiglie, ci sono ex locali commerciali dove dormono molte persone. «Serve un censimento di chi ci abita: almeno 30 famiglie abitano nei locali

commerciali e nelle cantine - dicono i residenti - La nostra proposta è dare i locali alla collettività, alle associazioni». «È una questione che stiamo affrontando con un censimento - ha risposto il sindaco - per renderci conto di chi ci vive e in che condizioni, e della legalità o meno di alcune situazioni».



IL PROSSIMO INCONTRO - Il 16 gennaio è stato fissato il prossimo incontro. «Lo faremo sempre qui nel quartiere - ha aggiunto il sindaco - vogliamo che ci siano al tavolo tutti i rappresentanti, anche Prefettura e Regione, in modo che ognuno si assuma la sua responsabilità». Dopo il pranzo e il colloquio con il comitato di quartiere, il siindaco ha fatto una apsseggiata all'interno dei casermoni Ater. «Ho avuto la soddisfazione di vedere riconosciuto lo sforzo iniziale del Comune, sforzo assolutamente dovuto, perchè questi territori sono stati sostanzialmente abbandonati negli ultimi decenni», ha detto Marino poco prima di lasciare il quartiere.


laura.bogliolo@ilmessaggero.it
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