Stadio Roma, chiusa l'inchiesta, i pm: «Parnasi corrompeva per avere favori»

La Procura di Roma porta a termine il primo filone dell'indagine sullo stadio della Roma. In venti rischiano di finire ora sotto processo perché accusati di fare parte...

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La Procura di Roma porta a termine il primo filone dell'indagine sullo stadio della Roma. In venti rischiano di finire ora sotto processo perché accusati di fare parte di un sistema corruttivo che gravitava intorno al progetto che dovrebbe sorgere alle porte della Capitale, nella zona di Tor di Valle. 


Tor di Valle, favori e corruzione per le nomine in Campidoglio

I pubblici ministeri hanno notificato l'atto di chiusura delle indagini all'imprenditore Luca Parnasi, figura apicale dell'associazione a delinquere, che -secondo l'accusa- ha cercato di pilotare le procedure amministrative legate al masterplan, approvato, nell'ambito della conferenza dei servizi, nel febbraio dello scorso anno. Un provvedimento che portò, tra l'altro, all'abbattimento del 50% delle cubature rispetto all'ipotesi iniziale.

Con il costruttore rischiano di andare a processo per vari profili, tra cui il finanziamento illecito e il traffico di influenze, anche l'ex presidente di Acea, Luca Lanzalone, l'ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di Forza Italia, Adriano Palozzi, l'ex assessore regionale del Pd, Michele Civita e il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti. I magistrati di piazzale Clodio hanno deciso di stralciare il filone di indagine che riguarda il finanziamento alla politica: quel fiume di denaro, circa 400 mila euro, che Parnasi, per sua stessa ammissione, ha garantito alle fondazioni vicine al Pd e Lega e le utilità in favore di un esponente capitolino degli M5s.


 
Su questo fronte le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, andranno avanti nelle prossime settimane nel tentativo di trovare conferme a quanto fatto mettere a verbale da Parnasi in almeno tre interrogatori. Nel procedimento principale al costruttore si contesta di essere stato a capo di un sodalizio che ha commesso «una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali».

In questo ambito Parnasi aveva in Lanzalone, che si trova ancora agli arresti domiciliari, una referente di primo piano. Gli inquirenti hanno accertato che l'avvocato genovese ha svolto attività illecita non solo nel suo ruolo di consulente di fatto per gli M5s nella trattativa per il nuovo impianto sportivo ma anche da presidente di Acea. In particolare la Procura sostiene che l'asservimento della funzione si traduceva nel rilascio «di informazioni sullo stato delle pratiche amministrative in corso, partecipando alla delibera di conferma della dichiarazione di pubblico interesse ed all'intero iter procedurale relativo al Nuovo Stadio della Roma, interessandosi per l'acquisizione di un immobile presso il Business Park dello stadio ove trasferire la sede Acea».


Per quanto riguarda la posizione di Prosperetti i pm scrivono nel capo di imputazione che ha «abusato della sua qualità e dei suoi poteri di pubblico ufficiale». Il soprintendente in cambio della «archiviazione della proposta di apposizione del vincolo» ha indotto «indebitamente Parnasi» ad affidare al suo amico architetto Paolo Desideri «l'incarico professionale di 'progettazione della ricollocazione e ricostruzione di una campata strutturale dell'ex Ippodromo Tor Di Vallè (per un corrispettivo complessivo di oltre 200.000 euro, parzialmente corrisposto al Desideri) quale adempimento necessario». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero