Tor Bella Monaca, Natascia uccisa da un colpo frontale: il marito indagato per omicidio volontario

Tor Bella Monaca, Natascia uccisa da un colpo frontale: il marito indagato per omicidio volontario
Un unico colpo alla testa, sparato in maniera quasi frontale Le prime indiscrezioni sull'autopsia effettuata su Natascia...

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Un unico colpo alla testa, sparato in maniera quasi frontale


Le prime indiscrezioni sull'autopsia effettuata su Natascia Meatta, la ventisettenne di Tor Bella Monaca rimasta uccisa il 19 settembre in casa da un colpo di pistola esploso dall'ex compagno, il vigilante Alessandro Popeo, sembrano confortare la pista seguita dalla procura, convinta ad escludere l'incidente.



L'autopsia quindi potrebbe rivelarsi un'eventuale conferma in più per il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il sostituto procuratore Paolo Ielo che qualche giorno fa hanno iscritto la guardia giurata nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio volontario. L'esame, visto il caso particolarmente delicato, è stato eseguito dal direttore dell'istituto di medicina legale dell'Università Tor Vergata, il professore Giovanni Arcudi, che ieri ha consegnato le prime conclusioni a Piazzale Clodio. Intanto l'esame autoptico, su disposizione dei magistrati, dovrà essere approfondito alla luce della perizia balistica.



LE CONTRADDIZIONI

Alessandro Popeo subito dopo l'esplosione del colpo aveva urlato per strada che si era trattato di un terribile incidente. «Stavamo in cucina e stavo mettendo via la pistola, per metterla al sicuro, quando è partito un proiettile. Credetemi, aiutatemi, non l'ho fatto di proposito», ha detto persino alla madre della vittima che aveva sentito il colpo dal portone mentre rientrava in casa. Una versione che sin dalle prime battute delle indagini non ha convinto gli inquirenti. La pistola di servizio del vigilantes, una semiautimatica, dispone di due blocchi di sicurezza e se il colpo non fosse stato già in canna e il grilletto sfiorato il colpo non sarebbe potuto partire.



A Tor Bella Monaca intanto gli abitanti stanno organizzando una fiaccolata in memoria di Natascia. «Ha lasciato una bimba di due anni. E' stata uccisa a 27 anni. Per noi comunque vadano le cose è una vittima di femminicidio» ricordano in via San Giovanni Platani, mille anime in una strada, dove la giovane abitava in un alloggio popolare con la madre e le sorelle. Al bar Aurora hanno avviato anche una colletta per aiutare la famiglia ad affrontare le spese del funerale.



La madre di Natascia, Rita Meatta, nel frattempo è rimasta pure senza una casa (visto che il suo appartamento è tuttora sotto sequestro giudiziario). Lei e il resto della famiglia, senza neanche i vestiti, hanno dovuto chiedere aiuto a parenti e vicini. Nessuna istituzione per ora si è mobilitata.



IL RIAVVICINAMENTO

«Natascia aveva trovato lavoro da due settimane. Ed era feliccissima», ricorda un amico. «Aveva sempre svolto lavori saltuari e per lei essere stata assunta in una cooperativa per le pulizie era stato un traguardo. Così aveva uno stipendio sicuro per lei e la sua piccola, visto che non sempre poteva contare sull'aiuto economico del padre della bambina».



Il suo ex compagno, Alessandro Popeo, nonostante il lavoro fisso alla Sicuritalia, spesso rimaneva a corto di soldi. Il giorno dello sparo si era presentato a casa della sua ex compagna in divisa e con la pistola proprio perché aveva l'assicurazione dell'auto scaduta. «Sperava che con la divisa riuscisse a farla franca all'alt dei carabinieri», aveva spiegato subito dopo un conoscente.



Rita Meatta non ha mai creduto che la morte della figlia fosse stato causato da un incidente. «Stavo rientrando a casa quando dal portone ho sentito lo sparo», ha detto al Messaggero. «Avendo visto la sua macchina parcheggiata sotto casa, ho pensato subito a un colpo di testa». In passato sua figlia era stata anche picchiata, ma nelle ultime settimane si era riavvicinata all'ex compagno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero