Topi a scuola: a casa gli 800 bambini dell'elementare di Setteville di Guidonia

Le mamme nell'androne della scuola con la polizia
Escrementi di topo in vari locali e in palestra, un ratto morto nell’aula-container e altri sarebbero stati visti scorrazzare in giardino, ma anche il sospetto che si...

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Escrementi di topo in vari locali e in palestra, un ratto morto nell’aula-container e altri sarebbero stati visti scorrazzare in giardino, ma anche il sospetto che si possano annidare nei controsoffitti. È la situazione denunciata ieri dalle mamme degli 800 bimbi di elementare e materna di Setteville di Guidonia, dopo 10 giorni di chiusura per derattizzazione più sanificazione e l’ordinanza del sindaco, già firmata, per far ripartire le lezioni.

I genitori hanno chiamato la polizia che alla fine ha mediato le trattative con dirigente e Comune. E la scuola è stata di nuovo chiusa fino a data da destinarsi. «È intollerabile – protestano le mamme – stamattina (ieri Ndr) siamo arrivate per portare tutto il materiale didattico che avevamo prelevato prima della derattizzazione per igienizzarlo a costi nostri. Ma, entrate, quello che abbiamo trovato ci ha fatto trasalire: di certo i bimbi non potevano stare in ambienti con escrementi di topo e una situazione igienica davvero precaria». Gli effetti delle esche, inoltre, sono ancora in corso, visto che nell’aula-container è stato trovato un topo morto poco dopo. «Chiediamo – aggiungono - un plesso pulito, ispezionato in contraddittorio con rappresentanti dei genitori e la presenza di schede di sicurezza». Il Comune è pronto a un intervento radicale: «Sono state accertate – hanno relazionato i tecnici - nonostante le attività già svolte, la necessità e l’urgenza di rinnovare derattizzazione, sanificazione e pulizia».

La preoccupazione delle famiglie è forte. «È sconcertante l’approssimazione con cui si sta affrontando il caso – dice l’avvocato Michele Venturiello, presidente dell’associazione “Cittadini in comune” - I genitori sono, a ragione, allarmati per la nuova chiusura. Si sfiora l’interruzione di pubblico servizio. Bisogna verificare iniziative a tutela della scuola e dei ragazzi e, a questo punto, suggerimenti da dare alle autorità, su come possa essere avviata a soluzione una vicenda insostenibile per i ragazzi e le famiglie su cui ricade un enorme disagio». Proprio su soluzioni alternative, per garantire la ripresa delle attività, si sta aprendo un nuovo fronte di polemica. «Ci è stato detto che l’ipotesi su cui si lavora – attacca una mamma – è quella di lezioni pomeridiane in altro plesso. Ma per noi bisogna chiedere locali alternativi al Comune perché non si sa quanto durerà questo intervento. Come si fa a portare i bimbi a scuola dalle 14 alle 18?”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero