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Una notte ha svegliato la donna con un gavettone d’acqua in faccia perché voleva la sua completa attenzione nonostante l’ora tarda. E nel lettone dormiva anche il bimbo di sei anni che ha aperto gli occhi terrorizzato. Non un gesto goliardico, ma una violenza mirata a indurre nella vittima un forte stato di stress psicofisico. Ieri a Piazzale Clodio è arrivata la condanna per Carlo Giuseppe Eletti, padre di Tommaso Eletti ex concorrente di Temptation Island e Grande Fratello Vip 6.
Due anni di carcere oltre al pagamento di una provvisionale pari a 5mila euro per aver maltrattato ripetutamente la donna. Pesanti insulti in presenza del figlio piccolo della coppia oltre a pratiche poco consone ad una convivenza coniugale pacifica. Un quadro di violenze reiterate nel tempo fino al 2017, anno in cui la coppia si separa definitivamente. Da qui però inizierà un altro tipo di calvario, quello per ricevere gli alimenti. Prevaricazione e atti di umiliazioni – stando alle carte – più volte culminati in liti furibonde nel corso delle quali la vittima viene ripetutamente strattonata e schiaffeggiata con violenza. «A volte ci sono state discussioni tra di loro ma nulla di eclatante», aveva dichiarato in aula Tommaso Eletti a difesa del padre.
LE ACCUSE
Eppure, stando alle ricostruzioni effettuate dagli inquirenti, in quella casa troppo spesso si sono alzati i toni e purtroppo anche le mani.
L’OSSESSIONE
La sua ossessione erano i presunti tradimenti della vittima. Nella querela si evidenza infatti un chiodo fisso dell’uomo che si sente costantemente preso in giro dalla compagna e la sua ricerca continua di eventuali prove di relazioni extra-coniugali, arrivando anche a farla pedinare da un investigatore privato. Sfuriate con piatti scaraventati a terra, appostamenti sul luogo di lavoro della donna e ancora ispezioni del cellulare, del pc e – dettaglio ancor più scabroso – della biancheria intima della vittima alla ricerca spasmodica di tracce di una relazione con un altro uomo. «Ero molto depresso e facevo uso di droghe a causa di un fallimento della mia attività lavorativa», aveva dichiarato Eletti in aula durante la sua testimonianza. «Dichiarazioni sempre sopra le righe e volte all’autocommiserazione – replica il pm che non dimentica di ricordare al collegio quanto siano state difficili le udienze precedenti in presenza dell’imputato, che molto spesso si è lasciato andare a commenti non consoni nell’aula di tribunale, innervosendo i giudici al limite dell’oltraggio alla corte. «Sono tre donne – aveva gridato Eletti furibondo al termine dell’ultima udienza, riferendosi proprio alla corte – hanno già deciso contro un uomo e con il loro atteggiamento mi mettono in soggezione». Ieri la condanna, di due anni inferiore rispetto alla richiesta a quattro anni di carcere avanzata dal pm Stefano Pizza.
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Il Messaggero