Roma, il Comune di Tivoli non ha ancora denunciato il profilo Facebook che agiva a suo nome ingannando i cittadini

Una vediutta di Tivoli
Il Comune di Tivoli, vicino a Giudonia, non ha ancora denunciato i gestori del profilo Facebook - denominato "Comune di Tivoli" -  che per oltre un anno e mezzo, in...

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Il Comune di Tivoli, vicino a Giudonia, non ha ancora denunciato i gestori del profilo Facebook - denominato "Comune di Tivoli" -  che per oltre un anno e mezzo, in modo falso, si è presentato come una emanazione del Municipo e avrebbe indirizzato chi lo usava verso il mondo dell'e-commerce. La Giunta guidata da Giuseppe Proietti, eletto nel 2009, ha approvato nei giorni scorsi all'unanimità in consiglio un regolamento che disciplina, prevedendo sanzioni, il modo in cui i suoi dipendenti, impiegati dello Stato, utilizzano i Gruppi Facebook di zona. Sarebbero apparse diversi post offensivi o peggio diffamatori contro l'amministrazione. Alcuni da persone in carne ed ossa con tanto di foto, altri da utenti Fb che si sono naacosti sotto falso nome o addittura apparendo su pagine visibili sulla rete ma coompletamente diverse da ciò che dicevano di essere. Il nuovo profilo Facebook, quello genuino, si chiama "Comune di Tivoli-Palazzo San Bernardino".

L'amministrazione si sarebbe «attivata per per chiudere il profilo» cosiddetto fake. La notizia dell'adozione sul social di una pagina "certificata" da parte del Comune tiburtino è apparsa alla fine della scorsa settiamana. Quasi subito è circolata quella della adozione del regolamento per gli impiegati. Qualche giorno prima Il Messaggero aveva scritto, nella versione on-line, di diverse "anomali" nei Gruppi Facebook di Guidonia: messaggi apparsi e scomparsi, divieti di ingresso, poca trasparenza nelle regole, chiara propaganda politica mescolata insieme a un diluvio di post che parlano delle tradizioni, degli animali, dei santi patroni e della Natura. Poi l'anticipazion sull'esistenza di un falso profilo comunale che è anadato avanti per oltre un anno e mezzo. Tuttora non è accaduta la cosa che sembra la più semplce di tutte: una denuncia alle forze dell'ordine: ai carabinieri o alla polizia postale, che è specializzata nelle frodi informatiche.

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Il Messaggero