Tidei-gate, lo "scandalo" a luci rosse scoppiato a Santa...
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LA VICENDA
La storia ebbe inizio, come noto, circa due anni fa quando Tidei denunciò per tentata corruzione due consiglieri, Fabrizio Fronti e Roberto Angeletti un dipendente comunale, e l'imprenditore Fabio Quartieri accusandoli di tramare ai suoi danni per far cadere anticipatamente l'amministrazione. Dopo un'inchiesta durata molti mesi, di recente, i quattro indagati sono stati rinviati a giudizio per il reato di tentata corruzione dal tribunale penale di Civitavecchia. Chiuso un capitolo, se ne è subito aperto un altro, che ha visto Tidei sporgere una nuova querela, relativa stavolta al presunto reato di Revenge Porn dovuto alla diffusione dei famosi video hard. La novità è che a conclusione delle indagini avviate dalla Procura, sono quattro le persone indagate per il reato di «pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale». Due sono i giornalisti di un quotidiano di Milano che nei mesi scorsi avevano pubblicato oltre 10 articoli che riportavano ampi stralci delle 4mila ore di intercettazioni, consegnate, forse per errore nella versione integrale dalla Procura, proprio al consigliere comunale, già accusato dal sindaco di corruzione e poi finito sotto processo. Al centro della nuova inchiesta appena conclusa infatti c'è proprio il consigliere Roberto Angeletti, un tempo alleato della maggioranza del sindaco, oggi seduto tra gli scranni dell'opposizione, che ha fatto circolare materiale che ha avuto come esito finale anche trascinare nello scandalo persone totalmente estranee alle vicende giudiziarie. Lo conferma lo stesso gip Ferrante, che pure ha respinto la richiesta di sequestro del video. Angeletti - come si legge nel provvedimento del giudice - aveva estratto copia, quale indagato in un altro procedimento, delle registrazioni ricevute dalla Procura. Dopo aver individuato una registrazione, penalmente irrilevante, che però riprendeva Tidei che si intratteneva in rapporti intimi con una donna, Angeletti avrebbe comunque di divulgato quel video, inviandolo da telefonino a sua sorella.LA PEN-DRIVE
Ma tra i fatti contestati dalla Procura al consigliere Angeletti e sua sorella Bruna che lo avrebbe aiutato a diffondere il materiale, riguardano quella che - come afferma Tidei in una nota stampa diffusa ieri - può configurarsi anche un'azione di vendetta, attuata attraverso la «diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti», ovvero il reato "revenge porn". Le indagini della Procura di Civitavecchia - come ha ricordato anche il sindaco Tidei - hanno portato, il 18 settembre scorso dopo una capillare perquisizione nell'attività commerciale di Angeletti, al ritrovamento di una pen-drive. Il perito nominato dalla stessa Procura ha scoperto che tra i destinatari dei filmini hard ci sono anche esponenti delle forze dell'ordine, avvocati avversari politici e dipendenti comunali. Ed è questi probabilmente uno dei motivi per il quale il gip, dopo la chiusura dell'indagine, ha respinto la richiesta di sequestro ritenendo che tutto il materiale fosse ormai irrimediabilmente circolato tanto da essere di dominio pubblico. «Il sindaco Tidei attende fiducioso l'inizio del giudizio penale ha commentato ieri il suo legale l'avvocato Lorenzo Mereu. Tidei si costituirà parte civile per formulare la richiesta di risarcimento degli ingentissimi danni patrimoniali e morali causategli dagli autori del reati perpetrati in suo danno».Monica Martini
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Il Messaggero