Ha raccontato di essere andata fuori dal centro di accoglienza di via del Frantoio, nella periferia di Roma, a cercare l'uomo che poco prima aveva tirato i sassi ai suoi...
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Comincia così a chiarirsi il quadro di quanto sarebbe accaduto quella notte, quando, accorsi per dare aiuto alla
donna, un gruppo di residenti ha assediato il centro accoglienza per migranti. L'iscrizione nel registro degli indagati è avvenuta oggi sulla base di un'informativa dei carabinieri che fa riferimento a una colluttazione tra la donna e l'eritreo rimasto ferito dopo essere stato colpito con un oggetto contundente. Il pm Alberto Galanti ha incaricato un medico legale di accertare l'attuale stato di salute dell' eritreo.
«I miei figli che erano davanti casa sono arrivati piangendo - aveva detto Pamela all'indomani dell'episodio, mostrando lividi e graffi -. Mi hanno raccontato che un migrante ubriaco gli aveva tirato dei sassi. Così con mio nipote di 12 anni sono andata davanti al centro. Era lì fuori e quando ci hanno visti ci hanno trascinati all'interno per due volte. Saremo stati chiusi dentro per circa un'ora. Ho avuto paura, pensavo di morire».
Ma nei giorni scorsi l'eritreo, schivo e noto nel quartiere perché trascorre le giornate a raccogliere cicche di sigarette, ha negato di aver lanciato sassi contro quei bambini. Il ferimento, secondo quanto finora emerso, sarebbe nato martedì sera dopo un diverbio dell'eritreo con i ragazzini. La donna si sarebbe poi recata all'esterno della struttura di accoglienza al Tiburtino III a chiedergli conto. Così c'è stato un parapiglia tra un gruppo di migranti e di residenti giunti a sostegno della donna. Ne è nato l'assedio degli abitanti alla struttura. Il presidio umanitario di via del Frantoio, dove l'eritreo ferito non era attualmente ospite ma lo era stato in passato, è gestito dalla Croce Rossa di Roma ed è da tempo al centro di proteste. A chiederne la chiusura, oltre ad una parte dei residenti, anche organizzazioni di estrema destra, a partire da Casapound.
«Attendiamo fiduciosi l'esito delle indagini - afferma su facebook la presidente della Croce Rossa di Roma Debora Diodati - la vita al Presidio Umanitario sta cercando di riprendere la sua normalità.
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Il Messaggero