Le spigole risalgono il Tevere e arrivano fino al centro storico di Roma. Si, avete capito bene. Non i cefali, ma le spigole. Qualche giorno fa, infatti, nei pressi...
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Come si spiega questo episodio? Forse il Tevere sta migliorando il suo stato di salute tanto da permettere a specie marine come le spigole, che comunque tollerano tranquillamente cambiamenti di salinità, di risalire il fiume fino a Trastevere? In realtà non è la prima volta che si verificano episodi come questo: occasionalmente i pescatori tiberini catturano spigole in città, ma più frequentemente nella zona sud di Roma, come ad esempio nei dintorni di ponte Marconi. Una delle spiegazioni fornite dall’ittiologia è che le spigole, in particolari condizioni di salinità, riescano a risalire il fiume anche per parecchi chilometri, andando a caccia le loro prede preferite: i cefali che popolano abbondantemente l’ex biondo fiume.
Curiosamente la presenza delle spigole nelle acque tra l’Isola tiberina e la Cloaca Maxima, teatro delle insolite catture dei giorni scorsi, è testimoniato anche da Plinio il Vecchio nella sua ‘Naturalis Historia’ e da Orazio, i quali lodavano la bontà gastronomica delle carni di quegli esemplari pescati nelle vicinanze dell’allora principale sbocco fognario dell’Urbe.
Le odierne spigole dell’Isola tiberina hanno tuttavia avuto sorte migliore rispetto alle loro antenate: sono state infatti prontamente rilasciate con ogni cura dai pescatori e un domani, forse, risaliranno di nuovo il fiume di Roma fin nel cuore della città eterna. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero