Tutto esaurito. Boom di richieste e prenotazioni per i test sierologici nei tre ospedali romani che, da ieri, sono stati autorizzati dalla Regione Lazio a eseguirli in regime...
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Test sierologici, campagna al via alla Sapienza, il rettore Gaudio: «Gratuiti per 4.500 dipendenti»
Nel nosocomio di via dell'Amba Aradam si sta pensando di ampliare l'orario (al momento fissato dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 14) non appena terminato lo screening degli interni e dei dipendenti delle ditte esterne, circa 600 test da sviluppare ancora. «Poi andremo a pieno regime», fanno sapere dalla direzione. Gli esami fissati sono già 154, ieri ne sono stati fatti 36, per oggi ne sono stati prenotati altrettanti, il primo giugno, giorno di ponte prima della festività del 2, ne sono stati calendarizzati 35. Anche al Sant'Andrea, altro polo dove l'assessorato regionale alla Sanità ha dato il via libera ai test per privati cittadini, dopo lo screening di massa promosso su larga scala che sta coinvolgendo 300mila tra operatori sanitari e appartenenti alle forze dell'ordine, la direzione è al lavoro per programmare gli appuntamenti che saranno fissati a partire da lunedì.
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«C'è stata una grande risposta degli utenti e c'è molto interesse verso questi esami, stiamo ricevendo centinaia di chiamate», affermano. Ci sono delle indicazioni essenziali che vanno rispettate. A partire dalla prenotazione tramite Cup e Recup regionale (069939): non ci si può presentare di spontanea volontà nei centri, questo per evitare assembramenti e sovrapposizioni. Il San Giovanni in una nota spiega che «anche il responso deve essere ritirato dopo 24 ore via web tramite il rilascio di credenziali», mentre «il pagamento avverrà esclusivamente on-line tramite pago-pa o sportelli Sisal». In tutte le strutture bisognerà presentarsi muniti di mascherina, senza accompagnatori a meno che non si sia autosufficienti.
Ma chi decide di sottoporsi volontariamente al test? Da una prima ricognizione si tratta soprattutto di lavoratori privati e stagionali, specialmente commessi, camerieri, addetti ai banconi ma anche padroncini di furgoni per le consegne e tassisti, chi per sentirsi più sicuro, chi per offrire nella ricerca di un'occupazione, un elemento da aggiungere al curriculum. L'esame, però, non dice se si è malati di coronavirus o meno, ma può rivelare se si è venuti in contatto con la malattia, non dà quindi alcuna patente di salute.
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Nè l'esito negativo dà una patente di immunità. «In caso di risposta positiva al test sierologico si dovrà tempestivamente effettuare un tampone naso/orofaringeo per scoprire se l'infezione è attiva ovvero se si è a rischio di trasmettere l'infezione ad altri», queste le linee guida regionali.
Il Messaggero