Terremoto su Muraro, Finanza in Campidoglio: verifiche sulle nomine apicali

Alla rissa in aula Giulio Cesare c'è mancato davvero un pelo, con esponenti del Pd che puntano allo scontro (stavolta non solo politico) con la maggioranza, e il...

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Alla rissa in aula Giulio Cesare c'è mancato davvero un pelo, con esponenti del Pd che puntano allo scontro (stavolta non solo politico) con la maggioranza, e il bilancio di previsione non c'entra. Il caso Muraro deflagra anche in consiglio comunale, e non solo dal punto di vista politico. Mentre in aula si sfiorava lo scontro fisico, la Guardia di Finanza bussava alla porta del Campidoglio per acquisire nuova documentazione nell'ambito dell'inchiesta sulla legittimità delle nomine di alcuni dirigenti apicali, decise dal sindaco Raggi. L'indagine potrebbe portare alla contestazione del reato di abuso d'ufficio, dopo che nelle scorse settimane anche l'Autorithy anticorruzione aveva puntato il dito sul conferimento degli incarichi a Marra e Romeo.

Intanto, sul fronte del caso Muraro spunta il giallo sulle dimissioni dell'assessora: la lettera è stata presentata e protocollata. Ma, pur avendo preso ad interim le deleghe dell'assessorato all'ambiente, Virginia Raggi non ha ancora firmato la revoca dell'incarico.

I DUBBI
«Non c'è stata né revoca, né sostituzione ma solo dimissioni accettate - conferma in Aula il presidente dell'assemblea capitolina, Marcello De Vito - Qualora ci sarà sostituzione la sindaca verrà a riferire». Segno che l'inquilina del Campidoglio, nonostante tutto, non si è ancora rassegnata a fare a meno della Muraro: attenderà almeno fino a mercoledì prossimo, quando è in programma l'interrogatorio in Procura dell'assessora dimissionaria, prima di prendere decisioni definitive. E un'eventuale sostituzione non si preannuncia facile, vista la necessità di trovare un'altra donna da inserire in giunta, per il principio della parità di genere sancito dallo Statuto di Roma Capitale.

LO SCONTRO

Dagli scranni dell'opposizione il Pd, nei richiami al regolamento, chiede chiarimenti sulle dimissioni dell'assessore all'ambiente Paola Muraro e sulle ripercussioni su Ama, ma il presidente Marcello De Vito li ritiene inammissibili. Quindi i dem espongono cartelli di protesta con su scritto «di notte fa i video, di giorno dorme. Raggi in Aula». Poco dopo il caos. Il consigliere Pd Orlando Corsetti si avvicina alla presidenza per poi avventarsi sotto i banchi del M5S, protestando animatamente contro Enrico Stefàno pentastellato che avrebbe invitato De Vito a «cacciarlo». La lite accende gli animi di alcuni membri dell'assemblea e per poco non sfocia in rissa. Il secondo round arriva quando il consigliere M5S Pietro Calabrese si avvicina alla presidenza, protestando a sua volta per delle frasi «minacciose» che gli sarebbero state rivolte. Poi, con fatica, torna la calma. «Ci troveremo di nuovo con la città invasa dei rifiuti - attacca la capogruppo dem Michela Di Biase -. Da sempre è il periodo di maggiore produzione di rifiuti e non so come un'Ama senza guida politica, affronterà l'emergenza». Dalla Cgil, il segretario locale della funzione pubblica Natale Di Cola si dice «preoccupato» della situazione nella municipalizzata «paralizzata da mesi» e in una lettera aperta alla sindaca chiede una convocazione urgente dei sindacati.
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Il Messaggero