Roma, terremoto ai Castelli: gente in strada nella notte. Prime crepe nelle case

«Eravamo in un locale e il tavolino ha tremato ma non abbiamo pensato subito al terremoto; quando alla cameriera sono scivolati due bicchieri dal vassoio, abbiamo avuto...

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«Eravamo in un locale e il tavolino ha tremato ma non abbiamo pensato subito al terremoto; quando alla cameriera sono scivolati due bicchieri dal vassoio, abbiamo avuto davvero paura. Siamo corsi fuori e ci siamo precipitati a casa per vedere se i genitori stessero bene». Dai Castelli fino all’Appio Latino e Valle del Sacco un’altra scossa sismica ha seminato paura in centinaia di migliaia di abitazioni. La terra è tornata a tremare intorno all’una di notte tra venerdì e sabato. L’onda sismica a nove chilometri di profondità e con una magnitudo di 2.8 gradi della scala Richter si è avvertita in maniera nitida a Sud di Roma.


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L’epicentro è stato localizzato ancora tra Lariano e Rocca Priora, in pieno territorio dei Colli Albani dove c’è un vulcano attivo che da oltre 48 ore sta facendo sentire la sua presenza. E si riaffaccia quella paura mista a superstizione che la leggenda di Albano possa avverarsi. La profezia racconta che una città posta tra quattro laghi verrà sprofondata sottoterra da una sequenza di terremoti. Gli albanensi hanno sempre creduto che la leggenda parlasse della loro città. Del resto questa storia nasce nel 1829, quando dopo una settimana di scosse si verificò un forte terremoto stimato in 4.7 gradi della scala Richter che devastò gran parte del territorio castellano. 
Credenze popolari a parte, l’eco della scossa notturna ha seminato il panico anche a San Giovanni: «Il nostro letto ha ballato – raccontano due coniugi che vivono non lontano da piazza Re di Roma - e gli stipiti delle porte facevano rumore come se stessero tremando. È stato un incubo, non abbiamo ripreso più sonno se non all’alba dopo che venerdì pomeriggio altre scosse ci avevano messo ansia e preoccupazione. In strada abbiamo trovato i vicini di casa e altre persone del quartiere. Prima di rientrare abbiamo aspettato almeno un’ora». 

È il secondo giorno che il terremoto semina paura in un territorio denso di abitazioni. La protezione civile non ha registrato danni a persone e cose sebbene le chiamate al centralino dei vigili del fuoco siano state moltissime: «Ho avuto paura per il mio cane - dice un ragazzo di Velletri - quando ha sentito la scossa è scappato nel circondario. L’ho ritrovato soltanto tre ore dopo. Ho vissuto una notte da incubo, abbiamo paura che ci crolli il soffitto addosso mentre dormiamo».


I movimenti tellurici sono stati avvertiti dalla popolazione in maniera nitida, in tutto ci sono state tre nuove scosse di terremoto nella notte tra venerdì e ieri ed altre due meno intense intorno alle 13 del pomeriggio. Nella Valle del Sacco centinaia di persone hanno passato un paio d’ore sotto le stelle, sull’uscio di casa. Nelle ore immediatamente successive alle scosse sismiche, sono scattati i controlli della protezione civile e della polizia locale sia nel Comune di Velletri che a Lariano. Edifici e chiese, nei borghi, sono stati controllati a fondo in un’area dove gli adeguamenti sismici agli edifici difettano, specialmente nei centri storici: «Abbiamo delle crepe in casa - dice una residente dell’Appio Latino – e alcuni nostri amici che vivono a Velletri hanno trovato dei pezzi d’intonaco a terra. Ci siamo presi un grande spavento, non vorremmo che fosse uno sciame che prelude a un evento più grande. Abbiamo molta di paura».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero