Ha rischiato di morire per una pastiglia di Rivotril, la cosiddetta “eroina dei poveri”, la stessa sostanza che probabilmente stroncò la povera Desirée...
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Quel sabato sera è stato avvicinato dal 20enne, che era assieme a un amico, anche lui egiziano, a uno degli ingressi della stazione che danno su via Giolitti. La vittima voleva acquistare una dose di Rivotril. Ibrahim ne aveva poche e gli ha detto di andarsene. Ma il cliente non ha mollato, si è fatto sempre più insistente, probabilmente contava sul fatto di essere spalleggiato dall’amico. Sono cominciate a volare minacce e spintoni. Poi, all’improvviso, l’uomo ha estratto un coltello sferrando il fendente che ha ferito alla giugulare il ragazzo. Una sequenza impressionante, immortalata da una telecamera di sicurezza. Il giovane egiziano si è accasciato a terra, il suo amico ha cercato di tamponare la ferita, mentre alcuni passanti si sono fermati per prestare soccorso.
Tra loro c’era anche un agente del commissariato Viminale, libero dal servizio. Ha subito allertato i colleghi e un’ambulanza. Il 20enne, ricoverato d’urgenza al Policlinico Umberto I, ora è fuori pericolo. La ferita, 15 punti di sutura, è stata richiusa in tempo: il ragazzo aveva già perso quasi un litro di sangue. Nel frattempo gli investigatori del commissariato Viminale si sono messi sulle tracce dell’aggressore, riconosciuto dalle immagini e dall’amico della vittima. L’uomo, subito dopo aver ferito il 20enne, si era precipitato a piedi tra i corridoi della metropolitana, facendo perdere le sue tracce. Gli investigatori del commissariato guidato da Fabio Abis, alla fine sono riusciti a scovarlo.
Si era nascosto nei sotterranei del Policlinico Umberto I, lo stesso ospedale dove era stato ricoverato il ferito. Un dedalo di corridoi che dà rifugio a disperati e sbandati. Qui il pusher aveva allestito un giaciglio di fortuna, sperando di confondersi tra gli altri emarginati, in attesa che si calmassero le acque. Gli investigatori hanno atteso che uscisse allo scoperto e lo hanno bloccato in strada. Subito dopo hanno perquisito il luogo dove l’uomo si era accampato. Rovistando tra le sue cose, gli investigatori hanno anche ritrovato gli abiti indossati quel sabato sera. Ieri, dopo la convalida del fermo, l’uomo è stato portato a Regina Coeli con l’accusa di tentato omicidio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero