Termini, nuovo accampamento di clochard sotto il portico davanti alla stazione. «Cerchiamo lavoro»

Zona affollatissima e con la presenza di ben 4 uscite metro

Accampamento clochard room degrado
Una tranquilla passeggiata con un collega può essere trasformata nella triste constatazione che alla stazione Termini c’è un alto numero di clochard. Scoperto...

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Una tranquilla passeggiata con un collega può essere trasformata nella triste constatazione che alla stazione Termini c’è un alto numero di clochard. Scoperto un nuovo accampamento, lungo quasi 6 metri, sotto il portico di Via Giovanni Giolitti strada che collega a Via Marsala. Zona affollatissima e con la presenza di ben 4 uscite metro. I negozianti si lamentano che i clienti non si fermano più perché il portico è pieno di cartoni, materassi, rifiuti e coperte. 

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Le storie dei senzatetto

Due dei senzatetto ci hanno raccontato le loro storie. Oscar è un ragazzo di 25 anni fuggito dalla Polonia. 13 anni fa è stato adottato da genitori italiani e ha vissuto la maggior parte del tempo a Roma. Non trovandosi bene con la sua nuova famiglia, ha deciso di scappare a Messina con un suo amico per cercare lavoro. A quel punto viene lasciato da solo, perché a differenza sua l’amico riesce a trovare un impiego a Milano. “Vorrei solo andare a lavorare, avere una bella casa”, dice Oscar. Ora vive sul pavimento e si protegge con coperta di lana di color marrone.

Abdu ha vissuto la prima guerra civile del 2011 in Libia, in cui abbiamo visto la rivolta delle forze lealiste di Gheddafi. Ha ricevuto 13 colpi di pistola. È stato salvato dall’ambasciata italiana e portato qui. “Si mi hanno portato qui. Non sono sbarcato, ma guarda dove mi hanno lasciato. Mi hanno lasciato a metà strada. Io dovrei operarmi alle gambe non riesco a camminare. Per fortuna sono aiutato da loro”. E indica gli altri che stanno dormendo.

Il censimento

Lo scorso 31 marzo si è tenuta la “Notte della solidarietà”, lo studio della popolazione senza dimora, con un e vero censimento seguendo le indicazioni dell’Ethos dell’Unione Europea, che generalmente identifica i parametri della grave esclusione abitativa.

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Il Messaggero