Termini e Colle Oppio, sos degrado. Basilone: sono zone fuori controllo

Termini e Colle Oppio, sos degrado. Basilone: sono zone fuori controllo
Le panchine scambiate come letti e le inferriate usate per far asciugare magliette e pantaloni mentre i bambini giocano nell'area attrezzata di Colle Oppio e le madri li...

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Le panchine scambiate come letti e le inferriate usate per far asciugare magliette e pantaloni mentre i bambini giocano nell'area attrezzata di Colle Oppio e le madri li fermano per paura quando vogliono correre lontano. A divertirsi nel verde, che verde più non è, di un parco pubblico divenuto terra di sbandati e senzatetto; di promiscuità e pericolo. A Termini, invece, oltre al caos della viabilità che su via Giolitti e via Marsala a determinati orari del giorno si scatena sotto al peso dei torpedoni e delle bancarelle, anche a causa dell'assenza dei vigili, i clochard chiedono l'elemosina davanti alle vetrine dei negozi. Italiani, come Augusto, ex detenuto che non ha più una casa e vive per strada da più di due anni e ha occupato un piccolo lembo di marciapiede a pochi passi da piazza Santa Maria Maggiore. Augusto è però un'eccezione: nell'area intorno al principale snodo ferroviario di Roma, vivono e dormono senzatetto polacchi, ucraini e nordafricani che spesso arrivano alle mani per un pezzo di strada occupato da chi, secondo loro, non ne ha diritto. Due zone, Colle Oppio e Termini, centralissime che ieri sono state annoverate dal prefetto, Paola Basilone, come aree sulle quali l'amministrazione del Campidoglio ha perso il controllo. Centro della Capitale, in entrambi i casi, che in teoria dovrebbero poter raccontare tutta un'altra storia.


IL DEGRADO

Invece a Termini c'è anche l'americano, così si fa chiamare un clochard polacco che conoscono ormai tutti perché sono anni che vive per strada nei pressi della stazione. C'è Angela che gira con il suo zaino e il suo cane che dorme tra il sottopasso che collega via Marsala a via Giolitti. E come lei altre decine di sbandati. Disperati che tutti vedono e tutti ignorano tra il traffico e il rombo dei pullman turistici. Mentre gli stranieri camminano stringendo la cartina di Roma e loro tendono la mano per strappar via qualche centesimo. Che non serve per mangiare, no. Ma per acquistare cartoni di vino. Mentre di notte, dai vicoli intorno alla stazione, sbucano fuori sbandati stranieri e minori pronti a prostituirsi. In viale Fortunato Mizzi, a pochi metri dal chiosco della signora Nunzia, a Colle Oppio, i senzatetto dormono sulle panchine, defecano tra i cespugli, si ubriacano e importunano i passanti. Poi la notte i cancelli del parco si chiudono intorno alle 21 loro restano dentro. Non c'è nessuno che li fa uscire. Al contrario, i finti invisibili della Capitale, neanche si nascondo più per evitare di essere stanati. «È triste confida Ulrich, residente in via delle Sette ma quest'area è diventata casa loro. Non sa quanti ce ne sono». Il barista del chiosco di Nunzia, sospira e allarga le braccia. «Dobbiamo solo dire grazie dice quando di giorno questi sbandati si fermano a dormire perché il vero problema è quando si prendono a botte. Qui una volta era bello prendersi il caffè o fare colazione, c'erano molte famiglie». Oggi qualcuno il caffè lo prende ancora senza però alzare lo sguardo dal giornale o dallo smartphone. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero