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A inizio agosto due aggressioni al pronto soccorso del policlinico Umberto I. La causa? Le «lunghe attese» per farsi visitare. Poi, pochi giorni fa, un'infermiera del San Camillo è stata insultata e presa a schiaffi da un clochard abituato a dormire nelle vicinanze dell'ospedale. Episodi diversi che però accendono un faro sulle condizioni di sicurezza nei nosocomi della Capitale.
La Regione Lazio, con l'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato, ha chiesto di «ripristinare i posti di pubblica sicurezza all'interno degli ospedali e di prendere provvedimenti di allontanamento, una sorta di daspo urbano, per quei soggetti che in maniera reiterata compiono atti di violenza nei confronti del personale sanitario». Il tema del rafforzamento dei controlli è finito quindi sulla scrivania del prefetto di Roma, Gerarda Pantalone, che ha deciso di convocare per la prossima settimana un vertice ad hoc. Sembrerebbe però da escludere il ritorno dei presidi fissi negli ospedali - bisogna anche tenere conto dell'organico delle forze dell'ordine in città - mentre potrebbero essere installate telecamere nei pronto soccorso, collegate direttamente con le centrali operative di Polizia e Carabinieri. Militari e agenti potrebbero quindi intervenire subito, in caso di pericolo. L'assessore regionale alla Sanità è stato convocato dal Comitato provinciale per la sicurezza che si terrà la prossima settimana.
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Il Messaggero