Taxi a Roma, niente pos e turisti truffati: lo scandalo dei tassisti (che vogliono pagamenti contanti)

L'assessore invia un esposto alla Procura

Taxi a Roma, niente pos e turisti truffati: lo scandalo dei tassisti
Tariffe gonfiate per i turisti, niente Pos per i pagamenti, selezione dei clienti su percorsi uguali e viaggi cumulativi non consentiti. Il comportamento di alcuni tassisti romani...

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Tariffe gonfiate per i turisti, niente Pos per i pagamenti, selezione dei clienti su percorsi uguali e viaggi cumulativi non consentiti. Il comportamento di alcuni tassisti romani all'aeroporto di Ciampino è finito al centro dell'attenzione della trasmissione televisiva Le Iene. In particolare, nel servizio si evidenzia che la tariffa base per recarsi dal G.B. Pastine al centro storico è di 31 euro: ma diversi conducenti hanno chiesto 50 euro ai rispettivi clienti, rifiutando il pagamento elettronico o, comunque, suggerendo quello in contanti. «Le Iene ha fatto emergere uno spaccato di illegalità che io ritengo molto grave all'aeroporto di Ciampino - sottolinea Alessandro Onorato, assessore capitolino al turismo - dove alcuni soggetti non è che non rispettano il regolamento comunale sui taxi che già sarebbe gravissimo, ma si lasciano andare ad atteggiamenti quasi di racket: decidono loro se un tassista onesto deve lavorare o meno, decidono loro le tariffe, nonostante siano stabilite dal comune di Roma, e si lasciano andare ad atteggiamenti di violenza». Onorato ha presentato un esposto alla Procura sulla vicenda, sottolineando come nel video delle Iene ci sia anche un conducente che «sarebbe noto alle forze dell'ordine in quanto denunciato per reati quali resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale» e chiedendo «gli opportuni accertamenti», per individuare «gli eventuali soggetti responsabili» e «procedere nei loro confronti».

 

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LE RICHIESTE


Le associazioni delle auto bianche, intanto, chiedono al Campidoglio di intervenire a tutela dell'immagine della categoria. Già nei mesi scorsi i principali sindacati dei tassisti hanno scritto al sindaco, segnalando le «situazioni di profondo degrado in alcuni posteggi strategici della nostra città, come i musei Vaticani, San Pietro, Colosseo, nonché presso gli scali aeroportuali di Fiumicino e Ciampino e la stazione ferroviaria di Termini», dove «alcuni tassisti agiscono indisturbati, non rispettando le più elementari norme di comportamento». Le organizzazioni sindacali, che hanno chiesto anche un incontro allo stesso Patanè, auspicano quindi «un intervento incisivo atto a contrastare tali comportamenti, al fine di sanzionare pesantemente i titolari di licenza o gli eventuali sostituti alla guida che si dovessero macchiare di tali condotte». I tassisti, che minacciano azioni di protesta, chiedono tra l'altro di ampliare l'organico del Gruppo pronto intervento traffico della polizia locale «che deve presidiare in modo efficace e continuativo i parcheggi indicati, per prevenire e reprimere tali comportamenti». I conducenti delle auto bianche temono «che questo stato di abbandono e di illegalità non sia dovuto semplicemente a insufficienza di mezzi, trascuratezza o disinteresse, ma che vi sia un disegno complessivo di teso a screditare la nostra categoria al fine di concedere spazi a strutture multinazionali che a gran voce invocano liberalizzazioni e sanatorie per cancellare il servizio pubblico», scrivono i sindacati a Roberto Gualtieri.

 

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Il Messaggero